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getsunomichi

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  1. Ogni tanto io e Beta ci divertiamo a parlarci tra le righe, partendo da un background chissà perché comune. Anche in questo post è un passo avanti a me. Ha svelato autore, serie e in parte significato di quelle stampe che stanno in camera mia. Per gioco, ci fingiamo compagni in accadimenti e momenti storici più o meno famosi, commendandoli come se fossimo stati lì. Un gioco che comincio' Eliot in una poesia che ha ormai un secolo e che probabilmente conosce anche lui, in cui l'autore ricordava ad un tizio di essere stato con lui alla battaglia di Mileto. Con ciò, la tua lettura ha colto cose di me che non pensavo fossero così trasparenti.
  2. getsunomichi

    Presentazione

    Un inizio che denota sensibilità e buon gusto. Benvenuto tra noi.
  3. Cè un motivo per cui le stampe sono particolarmente amate da tutti. Le stampe appartengono al mondo fluttuante, un mondo in cui il rigido codice comportamentale si attenua per lasciare spazio ai sentimenti più profondi. Quelli che non è lecito ne opportuno rivelare. Per questo l'acqua, che di tutto ciò è simbolo, è spesso protagonista. Ho sempre amato queste stampe, specialmente quella a sinistra che è piuttosto nota. Gli uomini che percorrono il proprio ponte che li traghetta dalla nascita alla morte sono troppo impegnati nel loro tran tran quotidiano che si chiama vita. La pioggia scrosciante è per loro un disturbo da cui proteggersi. Ma essa è anche il simbolo di lacrime che essi non osano versare, convinti che in ciò risieda la manifestazione della loro debolezza. Non hanno compreso il senso di queste lacrime che la Natura piange per loro: la vera forza compare solo quando si ha il coraggio di riconoscere la propria fragilità. Per questo senza acqua non si tempra l'acciaio.
  4. Molto bella Walter (riesci a impreziosire sempre tutto). La mostra ha in repertorio cose notevoli, rispetto alla foto di esempio, compresi molti trittici che fanno un po pensare alle nostre immagini di altare veramente ai limiti della poesia... anche se non è immediato comprendere in casa quale dei due personaggi tu rappresenti. 😂 Lieto che ti sia piaciuta, Altura. Se capiti in mira, portati a casa il catalogo. Davvero bello! Beta, ho quasi la certezza che una delle ultime volte che ho deciso di lasciare questo mondo, tu fossi il 46-esimo Ronin.
  5. Walter, sta a vedere che Jim Bowie e David Crocket a furia di cercare la frontiera a Ovest, ci hanno preso la barca, senza dir niente a nessuno...
  6. Utenti e custodi hanno spesso punti di vista assai distanti. Proprio oggi rileggevo Musashi ammonire di non affezionarsi ad una particolare arma. La sua scelta è il suo utilizzo sono sempre imposti dalle circostanze. ...ho il sospetto che i primi col certificato avrebbero pulito la lama alla prima necessità...
  7. Bellissima monografica alla Permanente di Milano. Chi ci passa non la perda! Lui è un didascalico, fotografa tutto e cè una parte sui guerrieri che vi farà acquistare certamente il catalogo (non è permesso fotografare, chissà perché...). Ma come da costume, cercherò di raccontarvi le mie impressioni, che non si trovano su internet, ancora per poco. La mostra è curata con grandissima attenzione, dando una completa idea dell'artista. Ma fanno di più, cercano di mettere in luce una sua caratteristica originale che lo rende un po diverso dagli altri, documentando esaurientemente la loro idea. L'artista visionario. Non nella scelta dei soggetti, non nel modo di rappresentare, lui non è Hokusai. Lui è visionario nel modo di guardare il mondo. Lui è l'illustratore di favole e di leggende, fatte di balene, di elefanti, di rospi giganteschi e di carpe sovrumane. Ci troviamo temi a noi cari, i 47 Ronin, i temibili Tengu che addestrano nelle arti marziali, mezzi uomini e mezzi corvi. Cè tutto un Olimpo di dei ed eroi che combattono battaglie impossibili, contro tutto e contro tutti. Siano gli avversari, uomini o la natura. Ma la sua capacità di andare oltre, di andare al di là e nella capacità di trasfigurare. Di trasformare uomini in animali, di far prendere vita alle bambole, di incarnare negli attori rappresentati l'Anima dei guerrieri del passato. I giapponesi indicano quest'essenza nascosta con il termine Kokoro. E questa parte è per tradizione ed educazione sempre celata a tutti. A tutti, tranne che a un visionario. Eccovi un'immagine (si, qualche foto l'ho fatta), tanto per darvi un assaggio. Non ho scelto spade e guerrieri, ma un ventaglio. Dal lato omote, sono gattini che giocano. Non molto diversi dai manga che a lui si sarebbero ispirati un secolo più tardi. Ma dal lato ura ecco che il visionario sa cogliere quanto sfugge all'occhio disattento dell'osservatore superficiale. Ci troviamo di fronte ad un leone, ad un gufo e ad una maschera della gelosia. La mostra si può visitare anche con laudio guida. Esiste anche un percorso con laudio guida per i bimbi. Mia figlia lo ha fatto, divertendosi. Poi, però, come stavano davvero le cose è venuta a chiederlo al suo papà. Ahahahahahahahahah
  8. L'uomo è di parte, ma dice delle cose verissime. Per altro, che sono state ripetute anche qui sul forum, in più di un'occasione. Per quel che mi riguarda, il certificato vale poco. Ma io non faccio testo, per me valgono poco anche le distribuzioni di nie: se la lama non mi passa qualche cosa, una sensazione, un'emozione, una energia, ...non so dirvi, ma senza di tutto ciò, per me ha poco valore. Ma quando nasce un mercato, ne seguono necessariamente delle regole. ...E poiché gli studiosi sono pochi, il giochetto certificato - prezzo, finisce per imporsi nonostante.
  9. Grazie anche a te, Gian, per l'interessante ampliamento.
  10. In bocca al lupo, Paolo, tocco ferro. Direi che ci siamo, l'oggetto è una Nihonto ma il senso è quello. Resta, diciamo, una maggior vocazione alla nanginata. Ci dia un'occhiata.
  11. Attenzione Sono commenti grossolani quelli che ho fatto. Quando dico che agisce sia come ascia che come scure, non intendo una sua derivazione in tal senso. Quello che intendo dire è che il maggior potere di taglio di questi oggetti contadini è dato dalla capacità di scorrere conseguente alla geometria (nello spingere della scure, nel tirare della falce). Quell'oggetto sembra voler lavorare con entrambi i principi. Detta così sembrerebbe una cosa positiva. Ma non è così necessariamente. Ad esempio, ci troviamo di fronte ad un oggetto più fragile. Non è inoltre possibile forzare su un lato tagliente, per aumentare la forza di spinta. Per questo i coltelli da lavoro, che vengono adattati ad arma, non rinunciano mai ad una larga porzione della lama non affilata. Scoprire che in qualche parte del mondo il principio sia stato applicato, renderebbe questo oggetto meno esotico.
  12. Non esattamente, Gian. La "piccolo corvo" è una spada ibrida. Fondamentalmente è una lama di transizione tra lo tsurugi e il tachi. Nel senso che la sua natura è molto lontana dalla falce e dall'ascia, che ispirano invece l'insolita lama di Francesco. Se penso alla kogarasu maru mi si affacciano alla mente aggettivi come eleganza e leggerezza. Una spada di un nobile. La lama di Francesco sembra invece andare al sodo e all'uso pratico, come il machete di un contadino dell'America Centrale. Non sembra un oggetto fatto per una persona versata nell'arte della guerra, che desidera trovare l'efficacia in maniera non disgiunta da agilità e velocità di esecuzione.
  13. Grazie Francesco. Attendo con molto interesse l'opinione dei più esperti su quanto riportato dal documento.
  14. Contento di rileggerti anche io e sfrutterei gentilmente subito per porti qualche quesito tra Oriente ed Occidente. In uno dei post di questi giorni, Francesco ci ha proposto un wakizashi curioso. La forma è quella di una scimitarra, ma affilata su entrambi i lati. A mia memoria, non ricordo nulla di simile. Le lame che generalmente hanno due fili, dalla daga romana, alla striscia, sono diritte. Quando sono invece curve, ci troviamo di fronte ad oggetti che rinunciano a parte della loro agilità per esprimere maggior potenza. Parlo non solo del katana e della scimitarra, ma anche di falci, asce e quant'altro l'uomo è riuscito ad inventare per ammazzare il proprio simile. In questo secondo caso, tuttavia, spesso l'oggetto è maturato in ambito artigianale-agricolo ed ha perciò una maggior versatilità d'uso. Quando l'oggetto viene portato in battaglia, la parte spessa viene comunque usata, ad esempio per deviare o parare un colpo, ma l'attacco sta generalmente sull'altro lato o, ovviamente in punta. Anche nei casi dei pugnali, la legge tende abbastanza a ripetersi. Il doppio filo ha esclusivo uso da combattimento. Esistono alcune eccezioni eccellenti, vedi bowie, karambit, molletta, navaja, dove per l'uso in combattimento una parte del falso filo può talvolta essere affilato per colpire "di ritorno", ma non si passa mai il terzo complessivo della lama. Non ho in mente nessuna lama curva affilata quasi completamente o, comunque, per oltre due terzi da entrambe le parti. Neanche pensando alle armi in asta. Il motivo, ritenevo, è che tali armi si usano ad ascia o a falce. Mai in tutte e due i modi per motivi di impugnatura. La lama di Francesco sembra smentire il paradigma. Ti risulta qualche eccezione alla regola, che ora non mi viene in mente?
  15. getsunomichi

    Buon Natale 2017

    Tanti auguri di buon Natale a tutti! Riposate, passate un tempo sereno e mangiate tranquilli, che non si ingrassa da Natale a Capodanno, ma da Capodanno a Natale.
  16. Ho già visto lame di questo tipo. Generalmente, sono riadattamenti di naginata tomoe antiche, ad esempio del Kamakura, che hanno perso la loro funzione di alabarda anti cavalleria e sono state riadattate a spade. Di solito il suriage è però evidente. Qui, invece, la scelta artistica sembra proprio questa fin di partenza. In questo senso, in effetti, è la prima volta che la vedo...
  17. ...e si che glielo avevamo spiegato come si risolve la questione palestinese è quella balcanica.
  18. Una Grande Anima una volta disse di essere il mondo che vorremmo. Eppoi, se ci riconsegnano tutto, cosa espongo all'estero, via forse di qualche spada?!? Ahahahahahahahahah....
  19. Betadine, come fai a sapere che sono mancino?!?
  20. Grazie per la segnalazione, Francesco. A quanto pare non siamo i soli a restituire oggetti d'arte ai legittimi proprietari.
  21. Oddio, la daga è davvero bella, ma anche il sottoscritto che è ben disposto ad accettare questi oggetti come pure oggetti d'arte, fa un po' fatica ad accettare questi chiodi nell'impugnatura. Saranno pure in damasco...
  22. Tanto per avere un'idea di damasco da collezione, ecco una riproduzione italiana di una spada vichinga in damasco (si, usavano anche loro questa metodologia). Sono fatte con una metodica classica, tre barre ritorte, impreziosite da una impugnatura di mammut fossile (mai trovato tanto mammut fossile da quando hanno vietato il commercio dell'avorio). Il kaji è l'italianissimo Luca Pizzi, che forgia nella bergamasca. Questa qualità si paga meno di una lama giapponese?!? Mmmmmmh.... se non siamo lì, poco ci manca. Ma, oltre labilità tecnica, cè una persona che ha girato musei di mezza Europa e ha studiato e lavorato per vent'anni per realizzare un'oggetto che è lontanissimo da una pallida imitazione di una spada giapponese fatta con damasco industriale. Valuta, se lo desideri, le differenze.
  23. Si fa il damasco all'acido, non solo per l'hamon. Credo che quella che hai acquistato non sia all'acido. La Francia importa tonnellate di damasco indiano a basso costo, per poi rifinirlo... con metodi semiindustriali. In Europa e in Italia in particolare, siamo ai vertici della produzione di damasco artigianale. La nostra coltelleria e all'avanguardia e assai apprezzata anche dai collezionisti giapponesi, che nel settore non sono certo secondi a nessuno. Una lama di quel tipo, fatta con damasco europeo, costerebbe qualche migliaio di euro.
  24. Non è per contraddirti, Daikai, ma un samurai senza padrone è una specie di cane randagio. Un uomo la cui vita non ha scopo. Di fatto, un barbone. Al di là di tutto, quale mestiere può mai fare un samurai senza padrone? Come può sopravvivere?!? Forse facendo il contadino, il mercante o l'impiegato?!?!? Farebbe meglio a suicidarsi in modo onorevole. Dai una lettura anche superficiale all'Hagakure, scoprirai perché il termine samurai si traduce letteralmente come servitore, ...di un padrone, ovviamente.
  25. Imprimere la tua anima alla lama per percorrere insieme l'ardua Via del Bushi. Programmino impegnativo... ...hai già un padrone a cui votare totalmente la tua vita?

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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