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dig1982

Suishinshi Masahide e la Funzionalità della Nihonto

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Grazie Diego, davvero interessante!

 

Credo che dovrebbe essere illuminante anche per molti praticanti di kenjutsu :arigatou:


"Indiana Jones e la lama perduta"

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e di battodo...

 

comunque a proposito di resistenza, sono molti i forgiatori che hanno cercato con la massima cura le prestazioni in battaglia piuttosto che l'estetica, mi viene in mente anche Tadayoshi di Hizen ad esempio, provò molti stili prima di stabilire la sua scuola.

La spada di Ogami Ittoo è della scuola Dotanuki di Higo, fino a un pò di tempo fa ne girava una su internet, ed è proprio una di quelle scuole che badavano alla resistenza e alle prestazioni in battaglia piuttosto che all'estetica.

 

Sul nioi e nie ci sarebbe da fare una analisi più approfondita, in parte anche legata all'utsuri.

Quello che è sicuro è che per ottenere il nioi di Bizen i forgiatori fanno dei rinvenimenti, cioè delle ulteriori tempre a bassa temperatura. Questa è una procedura estremamente importante per metalli temprati che debbano sopportare sollecitazioni, infatti viene utilizzata ad esempio nei pezzi meccanici, nei motori etc.

Infatti, quando l'acciaio si tempra, lo shock termico è come se "congelasse" il materiale nello stato in cui si trova. Se in quel momento il materiale da qualche parte è in tensione, questa tensione rimarrà applicata all'oggetto e si andrà a sommare a eventuali urti. Le tensioni poi sono generate anche dalla tempra stessa, sono le stesse forze che inarcano la lama nell'acqua, dovute alla dilatazione termica, che ricordiamo che per via della geometria della lama e dei differenti materiali da cui è composta, sono molto diverse tra filo e dorso della spada.

Se la lama è costretta già a resistere a tensioni interne, è come se fosse una corta tirata, basta inciderla appena che si strappa... ecco questo mi sembra quell'esempio della spada "esplosa come se fosse di ghiaccio" che cita masahide.

Il rinvenimento (che in inglese si chiama tempering a differenza della tempra che è hardening) libera l'acciaio da queste tensioni interne.

 

Dal punto di vista estetico invece, più la tempra è drastica cioè da una temperatura molto alta a una molto fredda, più la superficie mostrerà cristalli di nie grandi e vistosi e avremo con più facilità hataraki quali sunagashi, kinsuji e inazuma. Il rinvenimento invece, andrà praticamente a scomporre i cristalli grandi (nie) in cristalli più piccoli, ravvicinati e disposti uniformemente (nioi) . Nie e nioi sono la stessa cosa, lo stesso materiale, ma di fatto è come se il nie fossero cristalli di "sale grosso" più o meno allineati, mentre il nioi è una scia di "sale fino" disposta uniformemente.

 

Da queste riflessioni capiamo che se nello shinto volevano ottenere hamon grandi, vistosi, con tanti hataraki e nie, avranno probabilmente utilizzato tecniche che prevedevano tempre molto grezze, che se da un lato permettevano di temprare ampie superfici con riflessi luminosi e fantastici hataraki, dall'altro lasciavano la lama in preda a tensioni e con una percentuale di materiale fragile maggiore di quella resistente.

Non dimentichiamoci infatti che fondamentalmente l'hamon, a livello di prestazioni in battaglia serve solo a rendere la lama affilata, per cui una volta che copre i primi 5mm del filo, ha già svolto la sua funzione e può lasciare spazio al materiale più resiliente.



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Sarebbe interessante sapere se ci può essere anche un legame tra fragilità della lama e sugata, sori più o meno accentuato, spessore, funbari ecc ecc


Diego T.

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sicuramente c'è qualcosa a livello meramente geometrico...mi vengono in mente ad esempio:

 

- nagasa- lunghezze maggiori producono sollecitazioni da flessione maggiori (e forse anche rende più facile sollecitazioni da torsione)

 

- sori - lame più incurvate possono colpire con una superficie maggiore e quindi distribuire la tensione su più materiale quindi essere più resistenti di lame completamente diritte...

 

- funbari - ovviamente, in assoluto, dove c'è meno materiale c'è meno resistenza... tuttavia il fatto che il forte della lama sia più spesso della punta potrebbe essere un vantaggio proprio per resistere a quelle flessioni e torsioni di cui parlavo prima. Potrebbe in teoria rendere la spada meno incline a piegarsi.... ma non ci giurerei

 

- niku - secondo me la forma in sezione della lama è estremamente importante, sia per quanto riguarda la resistenza, che la penetrazione nel materiale da colpire. Per quanto riguarda la flessione, la dimensione nel senso della sollecitazione è in assoluto la cosa più importante, quindi aumentare la mihaba comporta un enorme vantaggio nel senso della rigidità a flessione e resistenza. In più la lama non colpisce mai perfettamente diritta ma magari un pò di sbieco, causando sollecitazioni laterali, di torsione, di risonanza e a fatica e per questo motivo è necessario avere un kasane consistente. Ma ovviamente la lama deve tagliare, deve penetrare nell'obiettivo e passarci attraverso, altrimenti otteniamo un ascia...

 

 

 

Poi sicuramente tutte le caratteristiche influiscono a livello metallurgico (uniformità del materiale, difficoltà nel forgiare etc) ma queste sono cose che dovrebbe dirci un forgiatore



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Grazie opinioni interessanti, sulla lunghezza sono d'accordo ovviamente, non saprei sul fatto che più una lama sia imponente più sia resistente, poi ovviamente sono tutte ipotesi basate su nulla (almeno le mie). Avevo letto pure dello yakimodoshi, il rinvenimento sulle nihonto, ma non gli avevo mai dato troppo peso, invece credo sia una parte molto importante, veniva e viene usato molto spesso?


Diego T.

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