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rob

il nakago di Dorian Gray

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Credo che per un vero collezionista e intenditore, le lame che intendi tu, non sono interessanti, forse per lo studio, se sono particolari

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Seguendo il vostro discorso, se non ne ho capito male tutto il senso, possiamo dire che una lama che è stata polita anche sul nakago non perde il suo valore storico?

ma se la lama non è stata polita in modo corretto, ma passata sotto la spazzola a rullo in ferro come dobbiamo considerarla? e se oltre allo scempio della SPAZZOLA DI FERRO

ha subito nel tempo un osuriage o magari anche 2 è possibile determinarne il periodo guardando solo la patina che c'è nei mekugi ana? :confused:

 

Partiamo dal presupposto che il nakago è l'ultima cosa che si guarda e che un conoscitore esperto dovrebbe essere in grado di esaminare ed identificare con ragionevole sicurezza (per grandi linee, ossia periodo e scuola) una lama senza bisogno di smontare la tsuka.

L'esame del nakago diventa importante (ed in molti casi essenziale) per restringere il campo ed arrivare al forgiatore singolo; ma, più che la patina, si osservano altri particolari (oltre naturalmente la genuinità della mei) che possono condurci ad identificare, solo per fare un esempio, una generazione rispetto ad un'altra di autori con lo stesso nome che abbiano una lavorazione molto simile. Per questo motivo qualsiasi alterazione del nakago può ostacolare, o addirittura impedire irrimediabilmente, questo tipo di approfondimento.

 

Nel caso di osuriage possiamo, evidentemente, solo tirare ad indovinare il periodo in cui l'accorciamento è stato fatto e tentare di individuare quale possa essere il mekugi ana più "antico" per ipotizzare l'originaria lunghezza ed aspetto della lama; in questo caso, certamente, osserviamo le diverse patine, la forma dei buchi, etc. ed immaginiamo (ci auguriamo) un percorso ipoteticamente lineare lungo il quale la lama è stata nel tempo modificata. Purtroppo spesso questo esame non porta a nulla di concreto poichè è facile notare come molte lame osuriage mostrino una patina piuttosto uniforme ed anche yasurime omogenee dall'inizio alla fine. In questi casi è evidente che il nakago è stato pesantemente lavorato al momento del suriage e, per quanto riguarda il suo aspetto, i casi sono due: stiamo osservando una patina naturalmente formatasi dal momento in cui il suriage è stato fatto oppure si tratta di una patina rifatta ad arte dopo il suriage e poi, a sua volta, 'invecchiatasi' (ma vecchia quanto ?). Ecco che diventa difficile anche solo individuare il presunto mekugi ana originale.

 

Resta inteso che sia l'esame della lama sia l'esame del nakago presuppongono, per essere compiuti con competenza, una notevole esperienza de visu. Ossia bisogna aver visto un gran numero di lame e di nakago "buoni" dal vivo e da vicino. In questo modo è possibile 'farsi l'occhio' e cominciare anche a distinguere i nakago taroccati 'ad arte' (quelli malamente manomessi sono abbastanza facili da individuare).

 

Diversamente la scorciatoia di collocare cronologicamente una lama osservando la patina del nakago può condurre ad errori grossolani. Fatalmente la patina è uno di quei fattori che catturano l'occhio e, troppo spesso, l'appassionato si fa rassicurare dall'aspetto "antico" di una bella superficie nera di ossidazione.

 

Se una lama è stata spazzolata a ferro difficilmente si potranno esaminare i dettagli della lavorazione. Se lo scempio ha prodotto danni permanenti e nessuna ulteriore politura può far riemergere questi dettagli, allora la lama è "persa" per lo studio.

Ugualmente, se una spazzolatura ha modificato dettagli importanti di un nakago, quali i tratti della mei o le yasurime, anche se la qualità della lavorazione della lama non è compromessa (se la lama è bella, resta bella) abbiamo comunque perso una parte importante della sua "documentazione". :arigatou:

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@Francesco

no me lo aveva fatto Andrea Kentozazen

 

Se vi fa piacere vedo di portarvela al prossimo incontro così ci diamo un occhio insieme



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@Gianluca:

Questi tuo intervento mi ricorda anche un'altra discussione sulla sugata e le politure nel tempo... un tassello qui... uno li... mettendo tutto insieme poi diventa più semplice orientarsi più a tutto tondo :)

 

@Simone: Si grazissime! Più lame si possono vedere in questi incontri e più è interessante e didattico per tutti.

Penso sia utile anche per i più navigati poter rivedere una lama già vista... sia per rifarsi gli occhi, sia per "allenamento"!

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Grazie Gianluca per l'intervento.

Anni fa, se ricordo bene al Louvre, vidi una lama credo del trecento, possibile Bizen den, priva di yasurime e con una specie di brunitura che prendeva praticamente tutto il codolo. Mi sembra di ricordare mumei.

Che voi sappiate, si tratta di una pratica comune, sebbene rara, oppure fu fatto un restauro non filologico su un codolo danneggiato?

(Magari ricordo male io, sono passati trent'anni....)


 

月の道

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Gianluca, Grazie per la precisa e puntuale risposta.

quindi una lama in condizioni come da me descritte parrebbe praticamente in recuperabile e destinata al solo studio e forse nemmeno a quello.

Potrebbe pero essere usata come base per prove di politura o di preparazione dei piani? da parte di in apprendista fai da te? :omg:

Figurati, se posso essere utile... :-)

 

Una lama di cui non si possano distinguere nè hada nè hamon è di fatto inutile per lo studio.

 

Se il nakago fosse buono, ossia ubu con firma verosimilmente autentica, potrebbe ancora essere utile per lo studio dei nakago di quell'autore.

 

Sicuramente, se davvero irrecuperabile, può diventare un "banco di prova" ma, a meno tu non abbia già esperienza nella lavorazione dei metalli, ti consiglierei comunque di farti almeno introdurre nella tecnica da un professionista del settore.

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Sono state postate su Facebook alcune foto di un tanto di Shintogo Kunimizu che esemplificano quanto vi avevo detto.

Nakago ubu, brunito e senza yasurime. La difficoltà di datare il nakago dalla sola patina di cui vi dicevo.


 

月の道

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