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Alberto Desideri

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  1. Mi piacerebbe trovare un dizionario iconografico/iconologico pertinente all'arte giapponese... ma cercando su internet testi il cui titolo contenga "symbols" e "Japanese" e simili, saltano fuori vari repertori sui mon, il che non è esattamente la stessa cosa. Per l'arte occidentale, per esempio, esistono fior di repertori, sul significato simbolico e descrizioni iconografiche di animali, piante, etc. etc., spesso con i riferimenti ai testi letterari dai quali le immagini sono state ispirate... se qualcuno conosce qualcosa di simile per l'arte giapponese/orientale, per favore lo segnali! (ho trovato qualcosa di soddisfacente in tal senso solo per le immagini buddiste). ... Ho sotto mano per esempio due bei repertori: James Hall, Dizionario dei soggetti e dei simboli nell'arte, Milano, Longanesi, 1983 e l'eruditissimo Mirella Levi D'Ancona, Lo zoo del Rinascimento. Il significato degli animali nella pittura italiana dal XIV al XVI secolo, Lucca, MPF ed., 2001 ma, ahimè, trattano solo di arte occidentale (in altre parole, alla voce "drago", spiegano perché c'è un drago sotto i piedi di Santa Margherita nei dipinti rinascimentali etc. etc.). Da una rapida scorsa di questi due volumi emerge che anche nella cultura occidentale il drago è un animale importante e diffuso, ma, come diceva Matteo, perlopiù connotato negativamente. Sul simbolismo e sulla fortuna iconografica del serpente, si potrebbe poi aprire un forum apposta! (ma siamo abbastanza OT). Con la coda tra le gambe (), mi limito dunque a postare in allegato un estratto da John Dower, The elements of Japanese design, Boston/London, Weatherhill, 1971 (pp. 92-93) - che è appunto un repertorio di "Japanese crests"...
  2. Scusa Kento l'OT (ma la "discussione" sulle FAQ è chiusa)... ritengo che il link con le FAQ non sia abbastanza in evidenza, poiché ogni qualvolta esce un nuovo intervento su una discussione nella sezione Nihon Token, il link "FAQ" non è più visibile alla prima schermata. Propongo dunque di trasformarlo da discussione all'interno di Nihon Token a vera e propria sezione... o comunque in qualcosa che resti sempre sulla prima pagina del forum.
  3. Sì, si vede distintamente nell'ultima foto postata da Ken.
  4. Alberto Desideri

    Salve a tutti

    Benvenuto! (dicci il sito dove criticavano questo forum! ) ...
  5. Alberto Desideri

    tsuba...saranno Edo?

    Dev'essere... la "forza"!
  6. Dopo essermi (tardivamente) ciucciato questa (fondamentale) discussione, mi sento di poter affermare che: il mokume è uno speciale itame, ossia ciò che è mokume, è anche itame - ma non viceversa. P.S. Questo post porta il giorgionesco titolo "Le tre età dell'uomo" (per via delle faccine in progressione).
  7. Alberto Desideri

    tsuba...saranno Edo?

    Benvenuto Tennin! Se posso entrare nel merito delle foto sfocate... talvolta è semplicemente questione di distanza dall'oggetto: se l'obiettivo della tua macchina non ha la funzione macro (che ti consente una distanza relativamente ravvicinata all'oggetto), devi allontanarti un po'. Poi, considerando che si tratta di foto digitali, con una buona risoluzione puoi tranquillamente ritagliare il dettaglio dell'oggetto che ti interessa (la tsuba in questo caso). Come dice Paolo, difficile fare valutazioni su immagini così...
  8. Beh, finora nessuno ha fatto commenti, tanto lo sanno che dai tassisti ci si può aspettare di tutto - il libro sulle spade giapponesi è il meno!
  9. Non ho sotto mano il libro di Kanzan Satō (lo tengo nel taxi e me lo leggo tra una corsa e l'altra)... comunque ricordo che, pur citando Masamune tra i più grandi spadai, non lo erge alla improponibile vetta del "più grande di tutti". Tra l'altro, nella disamina delle meitō (le "spade con un nome", ossia le migliori spade giapponesi secondo un'autorevole tradizione), Satō cita tra le migliori lame della storia due tachi koto precedenti a Masamune (del quale pubblica comunque un pregevolissimo tanto)... ...ma non è l'autorevole opinione di Kanzan Satō che qui ci interessa. Lo spirito della provocazione di Kento ("perché si dice che Masamune sia il migliore") non verte su Masamune in sé e su quali siano le caratteristiche delle sue sublimi lame, ma se abbia senso o meno dare una palma al "più grande spadaio di tutti". Se si parla di geni (ossia di grandi artisti - in questo caso di eccelsi spadai) "scegliere tra di loro è impossibile". Scusate l'autocitazione, o meglio la ri-proposizione dello scritto di Victor Hugo che avevo già postato ( http://www.intk-token.it/forum/index.php?s...ost&p=57619 ) circa l'eguaglianza di altezza tra capolavori. Non resisto adesso alla tentazione di riprodurre un altro brano, questa volta tratto dal libretto Adelphi intitolato "101 storie zen" che molti di voi conosceranno, e che è certamente più adattto al contesto culturale giapponese nel quale stiamo sguazzando... (p. 46) "Camminando per un mercato, Banzan colse un dialogo tra un macellaio e un suo cliente. "Dammi il miglior pezzo di carne che hai", disse il cliente. "Nella mia bottega tutto è il migliore", ribatté il macellaio. "Qui non trovi un pezzo di carne che non sia il migliore". A queste parole Banzan fu illuminato".
  10. Alberto Desideri

    Auguri Kakashi

    Tanti auguri!
  11. Sandro, sei un grande! Grazie per il preziosissimo contributo!
  12. Per gli esperti: vi sono tobiyaki nell'hamon?
  13. Beh, prima di spararle grosse, aspetto le considerazioni degli esperti. Nel frattempo ti faccio i complimenti per le belle macro ma - come dice Giova - già che ci sei scatta anche una foto della lama intera!
  14. Alberto Desideri

    Introducing Kurisu

    A warm welcome to Kurisu!
  15. Mi piace adesso estrapolare dai vostri recenti interventi alcuni degli spunti che ho trovato più interessanti (spero di essere capace di sintetizzarli correttamente senza distorcerli troppo ): Il nostro Kento ha toccato dei punti cruciali del dibattito: - il concetto di "arte", quando si parla di nihontō, va ricondotto al contesto culturale giapponese, nel quale la dicotomia arte/artigianato risulta una forzatura; - nel giudizio di un'opera d'arte (se preferite, "manufatto artistico"), non bisogna dimenticare il fondamentale ruolo che gioca l'educazione dell'osservatore. (verissimo: per poter dire che una lama di Masamune è opera di altissima qualità devo posseder un buon bagaglio di "cultura"inerente le nihontō - fatto di anni di studi, osservazioni, passione!). Tuttavia, le grandissime opere, gridano "qualità" con tale potenza che anche un ignorante non può rimanere insensibile al loro fascino (questo è capitato qualche tempo fa al sottoscritto, neofita di nihontō, di fronte a un capolavoro che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo...) La cosa più bella e difficile viene da Giova: il tentativo di definire l'arte. Tentativo riuscito, perché, essendo l'"arte" un quid ineffabile, l'unico modo di darne definizione è attraverso l'arte stessa: rileggetevi il suo post nr. 39, e apprezzerete un cammeo di poesia ispirata! Aggiungerei una postilla personale... circa l'universalità dell'arte, la quale riesce, nelle sue forme più alte, a parlare all'Uomo a prescindere dalla razza, cultura, epoca storica... credo che non ci sia bisogno di aggiungere altro per chiarire questo concetto. Bardix ha ribadito dei punti importanti circa "l'artisticità" delle nihontō. Per quanto riguarda poi l'intellettualismo di tanta arte contemporanea (l'Idea che vuole bastare a se stessa spesso senza il supporto di un manufatto creato con amore e perizia artigiana), mi trova d'accordo (voi non lo sapete, ma sono un tradizionalista! ). L'arte "contemporanea" è infatti parto dell'alienato "uomo moderno"! Beh, allora concedimi l'uso (o l'abuso?) dell'iconcina: ... Sulla tela di Pollock vi è traccia di un'azione: è l'azione che interessa l'artista, ciò che rimane sulla tela (del tutto "casuale") ha senso solo per evocare l'azione pregressa (non è forse "intellettualismo"?... Caro Bardix quanto hai ragione, ma spero non ci legga una mia amica curatrice di mostre di arte contemporanea, altrimenti le mie poche doti marziali unite alle tue tante... non basteranno! ) ... SIPARIETTO OFF TOPIC (ma, credo, in linea con lo spirito idealistico che ha animato la discussione): IL GENIO (se avete altri due minuti e un po' di voglia... il brano è tratto dal libro di Victor Hugo intitolato "William Shakespeare") “L’Arte suprema è la regione degli Uguali. Il capolavoro equivale il capolavoro. Come l’acqua, se riscaldata a cento gradi, diviene incapace di aumentare il proprio calore, così il pensiero umano tocca in certi uomini la propria completa intensità. Eschilo, Giobbe, Fidia, Isaia, San Paolo, Giovenale, Dante, Michelangelo, Rabelais, Cervantes, Shakespeare, Rembrandt, Beethoven e qualche altro, segnano i cento gradi del genio. Lo spirito umano possiede una vetta, l’ideale. Dio vi discende, l’uomo vi sale. In ogni secolo tre o quattro geni intraprendono questa ascensione. Li seguiamo dal basso. Essi si arrampicano per la montagna, entrano nelle nubi, scompaiono, riappaiono. Li si spia, li si osserva. Costeggiano precipizi; a qualche spettatore non spiacerebbe un passo falso. Avventurieri seguono le loro tracce. Eccoli lassù, lontano; non sono più che punti neri. Come sono piccoli! dice la folla. Sono dei giganti. Vanno. La via è aspra. La ruina si difende. Ad ogni passo un muro, una trappola. Via via che si sale il freddo aumenta. Bisogna costruirsi una scala, tagliare il ghiaccio e salirvi, a tagliarsi dei gradini nell’odio. Le tempeste infuriano, tuttavia questi insensati vanno. L’aria si fa irrespirabile. L’abisso si moltiplica d’attorno. Qualcuno cade. Bene. Altri si fermano e ridiscendono; ci sono oscure stanchezze. Gli intrepidi proseguono, i predestinati persistono. Il pendio calamitoso affonda sotto di loro e tenta di trascinarli, le gloria è traditrice. Le aquile li guardano, i lampi li esplorano; l’uragano infuria. Non importa, salgono ostinati. Chi arriva alla vetta è un tuo eguale, Omero. Ripetete i nomi che abbiamo fatto e quelli che avremmo potuto aggiungere. Scegliere tra di loro è impossibile. Non c’è modo di far pendere la bilancia tra Rembrandt e Michelangelo. E per rimanere ai poeti, esaminateli attentamente. Chi è il più grande? Tutti.”
  16. Scusate se mi inserisco tardivamente in questa interessante discussione, e se devio pericolosamente in OT, ma... lasciatemi sparare anche la mia . SPADE E DIPINTI Mi è piaciuto l'accostamento di Kento tra estetica della nihontō e arte astratta: in effetti, tanta arte astratta prende le mosse da una ricerca di purezza ed eleganza formale, da una volontà di eliminare qualsiasi "contenuto" (narrativo, simbolico) estraneo dalla semplice "forma", che deve essere goduta nella sua semplicità, talvolta come veicolo espressivo di sentimenti o sensazioni - pensate agli acquerelli di Kandinsky, i cui accostamenti cromatici sperimentavano la capacità di comunicare diversi stati d'animo, o le forme purissime di Brancusi - di cui posto l'opera intitolata "Bird in space" conservata al MoMa di New York, vagamente accomunata ad una nihontō dalla forma curva (per l'appunto! )... In merito ad essa diremmo, con le parole dell'artista occidentale Hundertwasser, sapendo di trovare d'accordo anche i Giapponesi, "la linea retta è senza Dio"... Tuttavia vorrei chiarire che l'accostamento tra una nihontō e un'opera di arte figurativa può sussistere solo su un piano di "altezza del risultato", ossia di "qualità artistica"... La spada giapponese e il dipinto di Kandinsky sono sì entrambi manufatti artistici, ma appartengono a due mondi diversi poiché nascono con scopi completamente diversi; è vero che sia l'artefice della spada che il pittore si prefiggevano di creare un manufatto "esteticamente valido", "di qualità", ma certamente la natura stessa di questi due manufatti è così diversa (l'una è una spada, l'altro un acquerello da incorniciare) che ogni "paragone" è pericolosamente fuorviante. In altre parole, si può dire "Masamune fu un grande spadaio come Kandinsky fu un grande pittore", ma l'accostamento credo debba fermarsi qui. Per spiegare questa mia affermazione, debbo tentare di suggerire cosa può esserci in un'opera d'arte figurativa che in una nihontō non può esserci, pur essendo molto difficile dare conto in poche parole della complessità di un'opera d'arte figurativa, specialmente se la consideriamo nella grande varietà di forme che ha assunto nella storia. Limitandoci, per esempio alla pittura, si spalanca davanti a noi un mondo di opere diversissime tra loro: e la loro fiorita varietà si articola in vari aspetti, ciascuno da valutare singolarmente: c'è un aspetto tecnico (tempera su tavola, affresco, litografia), formale (un volto reso a pennellate veloci o delineato con meticolosa attenzione), socio-culturale (la funzione di una pala d'altare all'interno di una chiesa piuttosto che un dipinto impressionista in un Salon parigino - e la critica sociologica di un'opera d'arte necessariamente coinvolge il suo artefice, per es. il ruolo di Andy Warhol nella società era ben diverso da quello di Giotto), simbolico (un pavone in un'Ultima Cena del Quattrocento può avere un significato simbolico che non possiede in una rustica aia raffigurata da un pittore Macchiaiolo)...e ancora, in un dipinto può esserci la complessità della mitologia (la Primavera di Botticelli), della letteratura - in generale, può esserci una "narrazione" come no... Inoltre, anche il "fine estetico" dell'opera può variare considerevolmente: il "bello" e l'"elegante" possono essere gli obiettivi cui si aspira, ma, specialmente per opere più moderne, accanto alla ricerca del "bello" può esserci la volontà di evocare, "esprimere" un sentimento (si pensi, per es. al quadro di Munch "Il Grido" - non vuole essere "bello" ma "espressivo"), la volontà di scioccare, divertire, sottolineare la grevità della materia (nell'Informale degli anni Cinquanta), suscitare raccapriccio, e mille altre cose... Voglio dire - e mi dispiace di risultare impopolare in questo forum, ma certo non è mia volontà essere irrispettoso - che nella considerazione di un'opera d'arte figurativa ci si imbatte in una complessità e varietà di aspetti che non può essere di pertinenza di una lama giapponese. Da cui, l'inopportunità di un "paragone". (Certo è che i quadri di Kandinsky tagliano molto peggio di una katana Kanefusa!) ARTE E ARTIGIANATO Detto questo, vogliate credere che non è mia intenzione sminuire il valore artistico delle nihontō, anzi. Così, se ci siete ancora, sarebbe adesso il momento di fare chiarezza sui termini arte e artigianato. Nel nostro immaginario "arte" è sinonimo di "pittura&scultura" (per qualcuno anche di "musica", vivaddio!)... più di lì, spesso, non si va. Invece credo siano da considerarsi "artistiche" "tutte le attività dell'uomo nelle quali egli, mosso da creatività, soffia il suo Spirito nella Materia e la trasforma con un risultato di alto livello, (portatore cioè di valori estetici, culturali, bla bla bla - naturalmente non attingibile da tutti: purtroppo, o per fortuna, non siamo tutti "artisti"). Nella parola "artigianato" ravviso non una differenza di attività ripetto all'arte, ma di livello (che è più basso). L'opera d'arte fa parlare di sé, desta universale ammirazione, smuove le coscienze, è difficile da riprodurre per chi non sia artista, contiene in sé un'idea potente, talvolta nuova, un valore difficile da descrivere ma spesso immediatamente intuibile. Dunque arte come creatività ad alti livelli. Questa definizione rende giustizia all'arte dell'orafo, all'arte dello chef, all'arte vinicola, all'arte dei manipolatori di parole, alla sublime arte dei manipolatori di suoni, e, visto che saliamo verso sfere sempre più immateriali: l'arte di un ballerino, che non "produce" niente di materiale se non una coreografia, una serie di movimenti, che però "ci piace" ed è frutto di anni ed anni di disciplina e studio... è il Pensiero che in qualche modo ha soggiogato il Corpo rendendone ritmiche ed aggraziate le movenze... Non è forse la stessa cosa per lo spadaio giapponese, che ha "domato" ferro, acqua e fuoco per creare una nihontō, secondo sue precise intenzioni? Egli è da considerarsi a pieno titolo un "artista", se l'opera che ha creato è una vetta nel campo della capacità umana di creare armi bianche; rimane "artigiano" se fa un pezzo dozzinale. A questo punto spero siano chiare le mie opinioni su come si possano accostare Masamune, Vissani, Mozart, Nureyev, Cellini, Kurosawa...: ognuno, nella propria disciplina, ha attinto la più alta sfera dell'Arte, ma le loro Opere sono tra loro profondamente diverse, impossibili da paragonare. ... Per quanto riguarda poi (e sarò breve ) sull'altra questione fondamentale inizialmente proposta da Franc, ossia se sia opportuno prendere in considerazione solo opere di alto livello... beh, credo che la "frequentazione" di capolavori (nella fattispecie, laddove è possibile, vedere belle spade dal vivo) affini il gusto, ma naturalmente a pochissimi è dato possedere il capolavoro in collezione privata... ecco che quindi il museo pubblico dovrebbe mettere i cittadini in condizione di frequentare la bellezza e la qualità. Dall'altra parte c'è il legittimo desiderio di "possesso personale", che può essere soddisfatto con un oggetto necessariamente non eccellente (ma pur sempre dignitoso!)... chiaramente sto parlando di UN pezzo, e non DIECI... è stato giustamente detto, sarebbe opportuno mettere da parte i soldi per un'opera buona e non sprecare denaro per dieci spade mediocri, anche considerando che man mano che si affina il gusto quello che oggi sembra mediocre domani apparirà inguardabile! ( a me stesso per la lunghezza del post!)
  17. Interessante il tema delle tre scimmie sagge sulla tsuba... http://it.wikipedia.org/wiki/Le_tre_scimmie_sagge
  18. Diavolo, è veramente inguardabile!

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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