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Rinnovo/Iscrizioni N.B.T.H.K. Italian Branch 2024

La Branch italiana è un piccolo organismo, sostenuto dall’impegno e dalla passione di pochi, ma risulta molto importante per lo sviluppo dei nostri studi sulla token. Vi esortiamo a prendere in considerazione l’idea di far parte di questo gruppo, non solo per progredire nello studio ma anche per diventarne sostenitori attivi. Oltre ad essere economicamente vantaggioso per chi vuole essere socio N.B.T.H.K., permette di avere un contatto privilegiato con la Sede Centrale a Tokyo, dando l'accesso a canali di studio altrimenti impensabili per un occidentale, come accaduto durante l'ultimo Special Meeting.
Chi è interessato e desidera avere maggiori informazioni, che sia già Socio INTK o meno, può contattare il Presidente Gianluca Venier entro il 20 marzo direttamente via email: nbthk.italianbranch@gmail.com

Gisberto

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Che riguarda Gisberto

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  1. Wow, trovata: https://www.giheiya.com/shouhin_list/japanese_sword/iaiyoushinken/01-1431.html e' proprio lei, è stato cambiato solo il sageo. Pensavo che la tsuka fosse stata rifatta perchè il cotone della legatura è praticamente nuovo e con i tosogu in argento avrei visto bene in argento anche l'habaki, invece è arrivata in Italia proprio così. Ora che ho fissato la tsuba che ballava un pochino, e con l'occasione l'ho potuta guardare un po' da vicino, mi tocca retsituirla 😟, ma è stato bello coccolarla per un paio di giorni. Grazie per l'aiuto.
  2. Di Yamagami Norihisa ho trovato alcune lame: un tanto: http://world.seiyudo.com/product/sta-110120/ la mei è incisa i modo identico Una katana https://www.nipponto.co.jp/swords3/KT328819.htm che sembra la gemella di quella che ho davanti in questo momento, giusto il choji hamon è un po meno accentuato, ma ha lo stesso nakago e mi sembra anche lo stesso hada per quanto lo stato di politura da lama da pratica non permetta un apprezzamento ideale. I boshi è proprio lo stesso, con leggero kaeri e i baffetti. Altra katana https://www.giheiya.com/shouhin_list/japanese_sword/iaiyoushinken/01-1404.html in montatura da iao, però su questa, un po' antecedente come lama, vedo una migliore rifinitura del nakago e un choji parecchio differente, Provo a cercarne altre utilizzando il kanji della mei inveche che la trascrizione in romaji
  3. Grazie, mi torna. Ho trovato un forgiatore con mei simile in epoca Showa. Forse si tratta si un successore. Comunque per ora mi basta per inuqdrare data e provenienza della lama.
  4. Intanto grazie per il saluto. Ho provato a fare da solo, per la data dovrebbe essere novembre 2001 (dodicesimo anno Showa Heisei), ma il kanji Ni spezzettato nell'anno mi confonde. Per la mei, i primi 4 potrebbero essere 山ヒ則以 ? L'ultimo proprio non lo capisco Per la lettura proprio non ci riesco. Il nome è forse Yamasaji? Oppure Yamahi?
  5. Salve a tutti, non frequento più il forum da molti anni, ma qualcuno forse si ricorderà di me. Per i nuovi, se cercate la mia presentazione è ancora li. Purtroppo il mio interesse per il kantei si è spento perchè non si possono fare troppe cose (soprattutto se le si vuole fare bene), però ogni tanto do una sbirciatina al forum. Chiedo l'aiuto di qualche gentile volenteroso per decifrare la mei della lama di un amico. E' una shinsakuto che usa per la pratica dello Iai e non trova più le informazioni che aveva su nome del forgiatore e anno di fabbricazione. Grazie in anticipo per l'aiuto che potrete darmi.
  6. Gisberto

    Ciao a tutti

    Benvenuto.
  7. Gisberto

    Il pennello e la spada

    Su tali tematiche ho talvolta l'impressione che si finisca per fare riflessioni morali su un contesto molto lontano (temporalmente e geograficamente) da quello a cui appartengono i nostri parametri di giudizio. Intanto l'omosessualità oggi è considerata una tematica appartenente all'ambito privato ("ognuno è libero di vivere la propria sessualità come meglio crede" qualcuno nei precedenti post commentava), mentre in contesti come la Grecia Classica, la Roma Imperiale, e il Giappone Feudale, in taluni casi assumeva connotazioni anche sociali. Detta in parole povere per qualcuno poteva non esserci affatto "libertà", intesa come la vediamo oggi noi, sia talvolta per costrizioni esterne, altre volte per costrizioni interne non meno forti. Ricordo di aver letto un racconto giapponese di un giovane samurai tanto affezionato ad un amico di infanzia che, alla sua morte, si sente in dovere di prenderne il posto nella relazione omessuale con uomo più anziano, pur provando profonda angoscia per tale difficile scelta. In tale storia non c'è nulla che riguardi l'eros, ma solo una particolare interpretazione del senso del dovere (Giri). Basandosi sugli stessi parametri morali che applichiamo per giudicare tali comportamento, dovremmo allora essere infastiditi anche da tante altre cose, come ad esempio il fatto che esistessero caste sociali in barba all'amore modernista per la democrazia, oppure che per i nobili fosse giudicato etico (e in taluni casi dovuto) il suicidio rituale al punto di idealizzarlo come valore nazionale. A mio avviso la storia e le altre culture (anche contemporanee) vanno studiate con una notevole apertura mentale, per sviluppare la quale varrebbe la pena si soffermarsi a pensare su cosa, tra qualche centinaio di anni, potrebbe essere considerato poco accettabile della nostra società; e temo basterebbe utilizzare anche gli attuali parametri etici per giungere a qualche ipotesi.
  8. Gisberto

    Sera a tutti!

    Benvenuto.
  9. Ho visto ora i nomi dei file (i kanji non riesco proprio e decifrarli ) La prima è di Iwama Masayoshi (政盧) (Scuola Hamano) e la seconda di Nobuyoshi (信盧) suo studente.
  10. Non credo che potessero essere montate perchè il seppadai non è funzionale:un eventuale seppa coprirebbe una parte essenziale della composizione (rovinandola per giunta essendo entrambe fatte di rame / leghe ri rame, relativamente "morbide" quindi ). Inoltre non credo che i sempa resteremmero mneanche in piano rendendo. Confrontando anche il lato ura credo che ci sia decisamente un collegamento stilistico tra le due tsuba, la seconda è a mio avviso una rivisitazione della prima o quantomento di una fonte comune alle due.
  11. Belli, soprattutto il secondo sembra di fattura notevole. A quanrto sembra non nascono però per uso come finimenti, ma come oggetti artistici fini a se stessi. Sarebbe interessante vedere il lato ura. G.
  12. Gisberto

    Patinare una Tsuba

    Se è in ferro un ritocchino sarebbe più facile, ma meglio affidarsi a chi lo sa fare, altrimenti rischi di far sembrare la tua tsuba un falso moderno. Tecnicamente la patina tradizionale sul ferro si ottiene producendo in modo controllato della ruggine e poi passivandola con composti organici (tipicamente tannino, tradizionalmente quello contenuto nel the). Ma evitare che rimangano bolle di ruggine attive in profondità e ottenere la tonalità di colore desiderata richiede esperienza e precisione. Non ti far tentare da ricette casalinghe e poco tradizionali che trovi in rete a base di acqua ossigenata e olio di motore esausto caldo. Sono porcherie che non mi azzarderei a fare neanche sula tsuba dozzinale del mio Iaito in lega. Continuo a pensare che è meglio se la lasci così come è.
  13. Gisberto

    Patinare una Tsuba

    Un esperto ti risponderebbe che la tsuba va sempre ripatinata in toto rimuovendo prima la patina preesistente. Questo ovviamente ha senso per un oggetto originale e di valore tale da giustificare un intervento di restauro abbastanza importante. Quanto a consigli pratici preferisco non darne, ma ti faccio notare che le tecniche di patinatura, e di conseguenza il colore che si vuole ottenere, dipendono fortemente dal materiale di cui è composta la tsuba (a grandi linee le due categorie sono ferro verso leghe di rame). In ogni caso se si tratta del nakago ana, lascierei la tsuba così come è. Non mi sembra un difetto estetico importante (quindi perchè rischiare di peggiorare la situazione) e vedrai che in un centinaio di anni si ripatina da sola. Può sembrare solo una battuta, ma è più seia di quanto possa sembrare .
  14. Gisberto

    Ciao a tutti

    Benvenuto

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

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