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G.Luca Venier

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Contenuti inseriti da G.Luca Venier

  1. L'argomento è stato affrontato più volte in questa sede. Penso l'ultimo aggiornamento possa leggersi qui: http://www.intk-token.it/forum/index.php?showtopic=8266&page=1 In definitiva la legge italiana è semplice da capire e di immediata interpretazione. Poiché i tempi cambiano, ma la legge resta uguale, ci sono stati dei tentativi di rinnovamento normativo che hanno interessato certe categorie di armi e non altre e questo processo ha causato, e causa tuttora, grande confusione nello specifico campo delle armi bianche. Il fatto è che la legge sulle armi bianche non è più in linea coi tempi e le consuetudini. Anche in Giappone accade lo stesso, poiché al giorno d'oggi capita che qualche funzionario decida di rilasciare un torokusho per una lama militare ritenendo (e probabilmente a ragione) poco in linea coi tempi dover restituire al richiedente di turno, tagliata in tre pezzi di meno di 30 cm, la lama che era magari del nonno e ritrovata in soffitta. Con tutto l'ossequio che vige in Giappone per il rispetto delle regole. Per qualche motivo in Italia a nessuno interessa adeguare ai tempi la legge sulle armi bianche, come invece è successo per altre categorie come l'arco e la balestra. Per giunta la Cassazione ha recentemente ribadito, per la katana, il suo status di arma bianca. Non c'è molto altro da dire, purtroppo. Noi, come Associazione, possiamo fare qualcosa ? Probabilmente si, riuscendo a sensibilizzare in qualche modo le persone giuste. Ma è quasi utopia!
  2. Completamente d'accordo Mauri, per questo nell' ultima discussione aperta da Alex mi sono permesso di intervenire. Dopo quattro interventi riferiti solo a quello mi è parso giusto dare uno stop. Non era mia intenzione toccare la sensibilità di nessuno e tantomeno voler fare il 'grillo parlante' di turno. Non me ne voglia Alex, che non giudico assolutamente. Ad ogni modo, se proprio non ci si astiene dal chiedere, ci si può sempre astenere dal rispondere nel caso il contenuto della risposta non stia nei termini della legislazione corrente.
  3. Per evitare di inquinare fastidiosamente presenti e future discussioni vorrei proporre la seguente riflessione. La normativa inerente la spada giapponese è complessa e variegata. Per quanto riguarda quella italiana sappiamo già più o meno tutti di che giungla si tratti, spesso intricata di interpretazioni. Quella giapponese è conosciuta solo parzialmente, principalmente da coloro i quali hanno già affrontato le lunghe procedure di esportazione delle loro lame. Il forum dell' INTK ritengo abbia avuto, ed abbia tuttora, il grande merito di fornire informazioni il più possibile attendibili ed aggiornate su questi spinosi argomenti. Credo fermamente, in quanto 'voce pubblica' di un' Associazione, che debba anche cercare di non fornire, neppure indirettamente, spunti per condotte non corrette. Per questo inviterei tutti gli utenti ad autoregolarsi in questo senso, evitando di citare sul forum tecniche ed scorciatoie adottate al fine di evitare antipatiche pratiche burocratiche. Cerchiamo di dare un buon esempio, sottolineando sempre la procedura corretta. O almeno quella che riteniamo la più corretta. Se proprio non resistiamo a far sapere a tutti quanto siamo stati abili nel dribblare le norme, facciamolo su Facebook o su un Blog dedicato. Vorrei sottolineare che non si tratta, in questo specifico caso, di una questione di giudizio sulle pratiche che ognuno in coscienza si propone di applicare o di vuoto moralismo 'da tastiera', ma di semplice didattica. Come per altri argomenti (vedi: lame da pratica, tameshigiri della domenica, etc.) penso sia una buona norma di condotta evitare per quanto possibile di fornire, anche indirettamente, ai meno esperti ed a coloro che per la prima volta si affacciano al mondo della token tramite il forum, informazioni non corrette e spunti per pratiche illegali o potenzialmente pericolose. E ora date fuoco alle polveri.
  4. G.Luca Venier

    katate-uchi koto

    Si, il sugata è certamente diverso. Il mio riferimento era sostanzialmente per la tipologia di hada che nelle lame Shitahara è molto peculiare e potrebbe essere un dato decisivo per l'attribuzione. Paolo è in recupero ed il percorso riabilitativo necessita purtroppo di molto tempo
  5. G.Luca Venier

    Tsuba e se fosse lui?

    Dallo stesso sito, link specifico: http://www.shibuiswords.com/one-way-of-looking.htm
  6. G.Luca Venier

    katate-uchi koto

    Ciao Gian, per quanto possa valere la mia opinione direi che Shitahara Terushige potrebbe starci. L'anno scorso in Giappone era uscito un articolo su questa famiglia di forgiatori : Yasutaka Goto, "Studies of Bushu Shitahara smiths, (Series 3),Terushige Family, Token-Bijutsu, No. 675, April 2013, pp. 2~20. Purtroppo non mi risulta disponibile, al momento, una traduzione in inglese. Per fare un confronto, anche qui: http://www.nihontocraft.com/Terushige_wak.htm P.s. Paolo è ancora in convalescenza.
  7. L'argomento è sicuramente interessante, da un punto di vista scientifico. Parlando di lame prodotte nel periodo bellico ritengo comunque che la questione del materiale di partenza sia alla fine abbastanza secondario e resti fondamentale la perizia del forgiatore. Questa lama appare realizzata benissimo e, se si vede una hada, di certo in modo tradizionale. Se poi sia stato utilizzato il miglior tamahagane, o quello di seconda scelta, o chiodi per ferro di cavallo da corsa (come Achab per forgiare il suo rampone per Moby Dick), penso sia un fattore di importanza secondaria. Ma questo è un personalissimo parere !
  8. La tua riflessione è corretta. I forgiatori del Rikugun Jumei Tosho che utilizzavano tecniche tradizionali e tamahagane erano tenuti (da regolamento delle Forze Armate) a firmare e datare le loro lame. Dato che le lame si intendevano indossate appese alla cintura, col filo verso il basso, la data doveva obbligatoriamente essere incisa sul corrispettivo lato ura (il nome in omote). Quindi, in pratica, venivano firmate come un tachi. Se la lama realizzata superava una serie di test, ma soprattutto se risultava delle misure e del peso stabilito, veniva accettata dall'Arsenale di riferimento ed otteneva un marchio a stella. Se era 'fuori standard' non otteneva tale marchio. Infatti vi sono molte lame di questi forgiatori senza alcun marchio (da tener presente che alcuni di questi possono essere stati 'abrasi' dal nakago dopo la guerra). Vi sono però anche lame, sempre prodotte e firmate da forgiatori del Rikugun, che presentano altri marchi, ad esempio quello 'Sho' (cfr. ad es. lama di Kojima Kanemichi, in J.Slough 'Modern Japanese Swordsmiths' pag. 46). In questo caso si può supporre con buona sicurezza che la lama non sia stata realizzata con tamahagane, pur magari presentando hada, hamon ed una ottima fattura. La questione dei marchi di arsenale è ancora molto dibattuta: vi sono studiosi, come ad esempio Leon Kapp, che giudicano (a torto o a ragione) tutte le lame con i marchi come realizzate con acciaio non tamahagane. Comprese le lame con la stella. Data la grande qualità tecnica dimostrata da questi forgiatori risulta estremamente difficile capire il materiale effettivamente utilizzato. Nel tuo caso di sicuro penso di possa dire: questa lama è stata 'accettata da un arsenale' poichè rientrava in determinate caratteristiche. Molti testi dicono che il parametro più importante fosse, in definitiva, il peso. A vedere le foto si nota naturalmente una hada ben visibile ed un hamon molto ben realizzato. Sarà stata forgiata in tamahagane ? Non mi sbilancerei troppo in un giudizio affrettato. In questi casi fare dei paragoni dal vivo è essenziale; per questo spero che Kapp mi mandi presto foto di lame realizzate in tempo di guerra che ha polito di recente ed in cui si possono notare, secondo lui, le differenze tra i diversi materiali di partenza utilizzati.
  9. Cosa ti ha colpito, in particolare, di questa lama ? (se non sono indiscreto...)
  10. G.Luca Venier

    Presentazione

    Ciao Paolo e benvenuto
  11. G.Luca Venier

    Buona Pasqua

    Grazie Andrea e Buona Pasqua a tutti !
  12. G.Luca Venier

    Mi presento

    Ciao Cristiano e benvenuto
  13. Di solito le lame pubblicate sul sito di Giuseppe Piva sono accompagnate da ottime ed esaurienti schede tecniche. Se la scheda di questa lama non è in tuo possesso ti consiglierei di contattarlo direttamente: di sicuro saprà fornirti più informazioni di quelle che si possono trarre da due foto. http://www.giuseppepiva.com/index.php/it/info.html
  14. About the videos: interesting, but personally, if I were convinced that I have a really important sword, I would trust a professional toghishi for polishing first. All that work of interpretation of the signs on a damaged blade it seems to me a waste of time.
  15. Hello Stephan no problem, you can speak english here. As you are a new member please write two lines about you on section ' Presentazioni '
  16. G.Luca Venier

    Katana Mumei Edo

    Assolutamente plausibile Simone, infatti le mie riflessioni erano più 'propedeutiche' che realmente 'attributive'. Per tentare di indovinare da dove potesse aver tratto l'ispirazione questo forgiatore. E' interessante notare come le due lame di Kanesada, nonostante gli anni che intercorrono tra esse, abbiano più dettagli in comune rispetto alla lama presentata da Tokugawa: uno tra tutti l'altezza dello hamon, con alcune parti che arrivano quasi a lambire lo shinogiji, ed il nioiguchi piuttosto spesso. Rispetto alla lama del Muromachi, però, il disegno nel wakizashi Shinto si allarga ed infatti in diverse lame dei Kanesada di Aizu si trova sovente una specie di toran midare, seguendo la moda del momento. Di contro l'hamon della lama di Tokugawa ha un'ispirazione, direi, più arcaica, e si possono notare in esso quei lunghi sunagashi che corrono a 'legare assieme' togari e gunome che sono tipici dello stile Mino del Koto (e che sono presenti in tutte e tre le lame). Anche la tipologia di hada, pur se si nota un 'miglioramento' nella forgiatura del wakisashi Shinto (probabilmente dovuta ad un materiale di partenza diverso), mostra sempre certe 'aperture', segno che la tradizione 'di martello' della famiglia era dura a morire ! La hada della lama di Tokugawa, invece, ha un aspetto completamente diverso e francamente farei fatica ad identificarla come di 'ispirazione Mino'.
  17. G.Luca Venier

    47 Ronin film

    Perbacco, mi fate venir voglia di andarlo a vedere !
  18. G.Luca Venier

    Katana Mumei Edo

    Un dettaglio dell'hamon di un'altra lama, attribuita a Aizu Kanesada, generazione incerta, periodo Genroku.
  19. G.Luca Venier

    Katana Mumei Edo

    Wakizashi di Aizu Kanesada sandai (1670 circa).
  20. G.Luca Venier

    Katana Mumei Edo

    Questa lama mi suggerisce diverse riflessioni. Il nagasa è ridotto e pari a quello di una uchigatana standard del tardo Muromachi ma la scarsa differenza tra motohaba e sakihaba ed il chukissaki 'allungato' potrebbero essere congruenti con un tipico 'Genroku sugata'. Il disegno dell'hamon, con tutti quei togari, fa pensare subito a Mino mentre la hada è piuttosto compatta e, a parte il masame nello shinogi, non altrettanto tipica. Interessante potrebbe essere il confronto con questa lama attribuita a Kanesada: il nagasa (62,12) ed il sori (1,5) sono quasi identici ma la lama appare più affusolata, il sakihaba è di 1,76, il kissaki più piccolo. In essa si può notare il classico kitae Mino del tardo Koto. In questo caso l'attribuzione al tardo Muromachi appare la più logica. Tornando a noi, se l'attribuzione alla metà dello Shinto ci appare convincente, il tema dello 'stile Mino' si fa complesso poichè dopo il Momoyama molti forgiatori da Mino si sposteranno in svariate provincie, Echizen, Owari, Satsuma, Kaga, Iwashiro solo per citarne alcune, dove fonderanno nuove scuole di forgiatura che però si ricordano sotto nomi diversi. Le variazioni allo stile MIno-den che hanno messo in opera sono state molteplici, quindi risalire ad uno specifico forgiatore è assai complicato. Generalmente, tra le lame Koto, un hamon con molti togari 'appuntiti' è sinonimo di scuola Kanemoto mentre un hamon con un misto di togari e gunome arrotondati viene assimilato alla scuola Kanesada. Questa lama mostrerebbe a mio parere più similitudini con quest'ultima. Si potrebbe dunque ipotizzare uno dei Kanesada di Aizu o di Suruga, anche se esaminando alcune lame di Aizu Kanesada della fine del '600 si vede come la linea di tempra sia abbastanza diversa, con un nioiguchi più spesso. Però potrebbero 'tornare' i tanti 'coarse' nie sparsi qua e là. Ammesso che sia ubu anche il nakago potrebbe essere congruente. Come sempre, parere da prendere con le molle.
  21. G.Luca Venier

    Katana Mumei Edo

    Potresti descrivere il jigane di questa lama (ed eventuali hataraki) ? Dalle foto non riesco a capire bene.
  22. G.Luca Venier

    Hiroo Onoda

    Grazie Mauri per la segnalazione Certo che...trent'anni da solo nella foresta, senza neppure un iPhone o Sky....a molti sembrerà un libro di fantascienza !
  23. G.Luca Venier

    Solo una Parola! Grazie

    Grazie a te, Tokugawa

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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