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Manuel Coden

Tsuba nei musei italiani

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Enrico, alcune foto, dei pezzi che vedrai a Ca' Pesaro, purtroppo le lame esposte sono molto poche, le montature sono nelle teche, e la cosa peggiore è BUIO, si vedono a stento i particolari, ciao.

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La situazione è quella che è..........

Nakago coperti, Hasebu? Sadanune?!

 

Sono davvero triste e non mi trovate d'accordo, ma eviterò flame.

 

 

Quello che dici Diego è molto sensato e mi auspico che possa accadere a breve. Però capirai che mettersi in gioco non è mai facile...

 

Comunque sia sono passati 8 anni da quel topic postato da Gian, nel frattempo la direttrice del Museo è cambiata. L'amico Manuel l'ha conosciuta, hai voglia di raccontarci? :arigatou:


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Non è una questione di flame, nè il problema sono delle didascalie con dei refusi.

La questione va posta in modo leggermente diverso e permettetemi di porla, per una volta, in veste di consigliere della INTK.

La nostra associazione da sempre ha dato completa disposizione per fornire consulenze; a volte la cosa ha portato frutti, altre volte no. Il fatto è che certe sinergie si sviluppano grazie ai buoni rapporti ed alla capacità di coltivarli nel tempo, a prescindere da tutto.

Questo significa astenersi da qualsiasi tipo di critica (più o meno aperta e più o meno corretta) in questa sede poiché se è comprensibile "sfogarsi" tra noi, questo sfogo è bene riservarlo ad altri contesti e, fondamentalmente, in privato. Ricordiamoci che questo forum è aperto a tutti e "scripta manent".

Basta una parola interpretata male che possono guastarsi irrimediabilmente certi rapporti diplomatici e sappiamo come questo sia accaduto più volte in passato. Oltretutto certe riflessioni in questa sede sono del tutto sterili, come se le facessimo al bar: in più si rischia di far danni. Pertanto perdonatemi se posso sembrare eccessivamente pedante ma vi esorto a comprendere il punto di vista che è più importante per l'associazione, trascendendo la libertà di espressione di ognuno di noi che non è messa in discussione ma che, per l'interesse comune, è bene cercare di confinare entro certi limiti imprescindibili di correttezza.

Denunciare ed indignarci può certamente fornire spunto per divertentissime discussioni ma, ripeto, può anche vanificare un lungo lavoro diplomatico il cui scopo è proprio quello di cambiare davvero (e non solo a parole) ciò che non ci va a genio.

Con questo discorso non mi sto riferendo a nessuno in particolare, tantomeno a questo post: è semplicemente un invito, quando si affrontano questi temi delicati, a riflettere tre volte prima di mettere le dita sulla tastiera.

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Capisco benissimo ed è per questo che ho evitato.

 

Le didascalie sono l'ultimo dei problemi.

 

Però permettimi di dire che vedere questa situazione mi rende davvero triste.


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Io credo invece che dovremmo rallegrarci: questo è un esempio di come, in Italia, ci siano luoghi che contengono oggetti molto interessanti che, se si verificassero le giuste condizioni, potremmo forse essere tra i primi a studiare seriamente.

Si potrebbero fare delle scoperte notevoli è questo è uno stimolo più che positivo.

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In occasione di una conferenza al museo ( in estate, all'interno del museo c'erano oltre 30°C e il tasso di umidità tipico di Venezia...) ho avuto modo di incontrare l'attuale curatrice, Marta Boscolo.

Notando che ero molto interessato alle tsuba e ai koshirae esposti si è avvicinata ed abbiamo iniziato a parlare, io le ho detto che facevo parte di INTK, l'associazione italiana per la spada giapponese, e mi è parsa abbastanza sorpresa (come se non ne avesse mai sentito parlare). Al che ho chiesto chi si occupa della manutenzione delle lame (visto il clima e le teche non deumidificate) e mi ha risposto che una "restauratrice dei metalli" si occupa della manutenzione di lame e fornimenti. Poi alla fine della chiaccherata mi ha proposto di sentirci più avanti per magari organizzare una conferenza o una visita riservata ai soci al museo, io ovviamente ero molto favorevole e le dissi che avrei comunicato al segretario Massimo Rossi la sua volontà di una collaborazione (e così ho fatto) e poi l'avrei ricontattata.

Le ho scritto una mail tempo dopo ricevendo nessuna risposta, ho mandato in questi giorni un'altra mail al museo all'attenzione della signora Boscolo sperando che la cosa sia ancora fattibile, sono in attesa di risposta.

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Forse la cosa che rattrista Francesco è il fatto che a volte traspare come una sorta di mancanza di rispetto verso questi "oggetti"...

 

Ma mi fermo qui, perchè è solo una mia impressione, che tra l'altro non si limita alle sole lame giapponesi, (anzi!)

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Ragazzi, si trattasse di oggetti lasciati a marcire sotto l'acqua si potrebbe anche parlare di mancanza di rispetto. Qui si tratta semplicemente di oggetti che, probabilmente, vanno solo studiati più approfonditamente e magari sottoposti ad un restauro particolare (che però, badiamo bene, corrisponde solo ai nostri parametri di valutazione e che poi prevede una conseguente particolare manutenzione, non sempre di facile applicazione in un museo).

Quindi lasciamo perdere certi termini, che per un qualunque direttore (o curatore di museo) sono senza dubbio offensivi. Ci sono ben altre "mancanze di rispetto" di cui rattristarsi.

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In occasione di una conferenza al museo ( in estate, all'interno del museo c'erano oltre 30°C e il tasso di umidità tipico di Venezia...) ho avuto modo di incontrare l'attuale curatrice, Marta Boscolo.

Notando che ero molto interessato alle tsuba e ai koshirae esposti si è avvicinata ed abbiamo iniziato a parlare, io le ho detto che facevo parte di INTK, l'associazione italiana per la spada giapponese, e mi è parsa abbastanza sorpresa (come se non ne avesse mai sentito parlare). Al che ho chiesto chi si occupa della manutenzione delle lame (visto il clima e le teche non deumidificate) e mi ha risposto che una "restauratrice dei metalli" si occupa della manutenzione di lame e fornimenti. Poi alla fine della chiaccherata mi ha proposto di sentirci più avanti per magari organizzare una conferenza o una visita riservata ai soci al museo, io ovviamente ero molto favorevole e le dissi che avrei comunicato al segretario Massimo Rossi la sua volontà di una collaborazione (e così ho fatto) e poi l'avrei ricontattata.

Le ho scritto una mail tempo dopo ricevendo nessuna risposta, ho mandato in questi giorni un'altra mail al museo all'attenzione della signora Boscolo sperando che la cosa sia ancora fattibile, sono in attesa di risposta.

Grazie Manuel della tua ottima "relazione". Certi rapporti magari impiegano tempo per svilupparsi ma possono certamente portare buoni frutti in futuro.

Probabilmente una visita "ufficiale" sarebbe, a questo punto, opportuna :-)

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Ragazzi, si trattasse di oggetti lasciati a marcire sotto l'acqua si potrebbe anche parlare di mancanza di rispetto. Qui si tratta semplicemente di oggetti che, probabilmente, vanno solo studiati più approfonditamente e magari sottoposti ad un restauro particolare (che però, badiamo bene, corrisponde solo ai nostri parametri di valutazione e che poi prevede una conseguente particolare manutenzione, non sempre di facile applicazione in un museo).

Quindi lasciamo perdere certi termini, che per un qualunque direttore (o curatore di museo) sono senza dubbio offensivi. Ci sono ben altre "mancanze di rispetto" di cui rattristarsi.

Lungi da me offendere chiunque, ma la sensazione rimane. Oltre Ca pesaro e oltre le nihonto tra l'altro. Rimane oltretutto una mia personalissima sensazione. Di certobin ogni caso i conti pubblici del comune non aiutano.

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Come già detto sopra, per i motivi suddetti, limitiamoci ad esternare pubblicamente certe personali sensazioni quando ci vediamo per un caffè al bar oppure sul proprio profilo facebook.

Insistere qui non ha senso, non serve a nulla, può casomai infastidire chi non ci conosce e magari ha curiosità di capire di cosa trattiamo in questa sede ed in che termini.

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Piccolo appunto da "esterno", qui nel forum se si sbaglia a dire qualcosa riguardo alle nihonto è mancanza di rispetto seguita da coltellata nella schiena, mentre la situazione sopra citata non lo è...mi sembrano 2 pesi e 2 misure. E curiosità Gianluca con la tua affermazione che non vengono lasciati a marcire sotto l'acqua, e perchè hai informazioni certe di come vengono trattati, curati e conservati tali oggetti?


Diego T.

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Sono certamente 2 pesi e 2 misure, poiché si parla di contesti diversi.

Ti faccio un esempio: tu andresti dal direttore di un museo che non conosci a dirgli "guardi il museo sarebbe anche interessante ma sono molto rattristato dall'evidente mancanza di rispetto nei confronti di certi oggetti da Lei conservati" ? Al contrario credo che terresti diplomaticamente per te le tue personalissime impressioni, facendo magari delle positive proposte. Qui è lo stesso: qualunque direttore o curatore, etc, potrebbe venire sul forum a leggere in che termini affrontiamo il nostro studio, perché non ci conosce. Quindi ogni qual volta parliamo di strutture pubbliche o private o di terzi con i quali non abbiamo nessun tipo di confidenza, dobbiamo avere cura di ciò che affermiamo, poiché tutto rimane scritto.

 

Poi, tra noi membri, può anche darsi che possiamo un po' sbeffeggiarci (entro certi limiti) ma resta in famiglia, il confronto è diretto e, comunque, mi pare che già da un bel po' ormai nessuno venga più "accoltellato", nè ci siano stati interventi "sopra le righe". ( il vero "nostro" accoltellatore, semmai, purtroppo, che io sappia, non frequenta questi lidi...)

Penso che il forum, su questo argomento, abbia fatto dei grossi passi in avanti ed il clima sia complessivamente molto buono.

Il mio vuol essere solo un invito a non cadere, nella fretta di scrivere, in una di quelle magistrali gaffes che sono capitate in passato.

Chiunque abbia a cuore la reputazione della INTK non dovrebbe far fatica a capire questo punto di vista.

Non si tratta di censurare nessuno: semplicemente evitiamo di scrivere cose che, di fronte alla persona interessata, non ci azzarderemmo (per vari motivi) di dire.

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Beh "accoltellato"era per dire... solo una domanda questo ente è pubblico o privato?


Diego T.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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