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getsunomichi

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  1. getsunomichi

    il club dell' Ukiyo-e

    Piacciono molto anche a me. Aggiungi anche i miei complimenti a quelli degli altri,,,
  2. Vi butto giù un pensiero di getto che queste due segnalazioni mi fanno venire in mente. La leadership degli Stati Uniti in campo economico, militare e politico è fatto indiscusso. Ciò su cui raramente si riflette è che essa è presente anche in campo medico, scientifico e artistico. La stragrande maggioranza delle cose che contano si continuano a dire oltre oceano dalla fine della seconda guerra mondiale. Sono parecchi gli investimenti che avvengono in questi campi e che tutt'oggi finiscono per attrarre nel Grande Paese le migliori menti che trovano un ambiente fertile per i pensieri che da lì nascono. Nessuno è privo di difetti, ma spesso sorrido quando noi Italiani ci prendiamo gioco del loro talvolta essere sempliciotti e naïf. Un popolo ancora giovane e spesso privo di profondità storica che viene letteralmente frastornato quando visita il nostro paese. Un popolo moralmente semplice, privo delle mille sovrastrutture politiche che si sono raffinate nel governo della cosa pubblica nei nostri tremila anni di storia. Beh, signori, io questa semplicità la invidio. Questi esempi "romantici" ne sono la testimonianza. Vedete, qui ci sono degli uomini che hanno commesso un furto. Si tratta di un bottino di guerra e nessuno ne fa un dramma. Ma dopo solo il passaggio di un paio di generazioni, chi lo ha commesso si è reso conto della profondità negativa di quel gesto. Del taglio brutale che ciò ha comportato per un popolo in generale e per una famiglia in particolare. Dell’interazione storica e sentimentale del gesto. Qualcosa di cui vergognarsi. Un’ingiustizia. Beh, che problema c’è? Se un torto è stato fatto, si rimedia a questo torto. Da famiglia a famiglia. Da uomo a uomo. E l'oggetto viene restituito. Semplice e diretto. Senza troppe burocrazie inutili. Senza troppe remore sentimentali. Di fronte a questa semplicità ed efficacia di azione, tutta la nostra superiorità infrastrutturale e capacità di affrontare realtà maggiormente complesse svanisce in un istante come con lo scoppio di una bolla di sapone. Grazie Beta per queste belle segnalazioni. Il loro significato va ben oltre alla restituzione del maltolto.
  3. Immagini molto tristi, specie per noi. Non dobbiamo però dimenticare che sono anche l'esito di un imperialismo nipponico che è sfociato a Pearl Harbor. Come ho avuto modo di dire in più di un occasione, a chi si affaccia al forum inseguendo il mito del grande guerriero. La guerra non fa nessuno grande. Fa invece molti storpi, mutilati, invalidi psichici. Fa anche molte vedeve e orfani. Ma anche chi torna sano, perché è stato capace di desensibilizzarsi, resta segnato negativamente per sempre. Avete mai notato che qualsiasi tipo di conflitto nelle altre specie raramente termina con un esito letale? In genere si combatte per la sopravvivenza della specie, non per la sua estinzione. Mah, di fronte a questi drammi, finisce per passare in secondo piano la perdita di un centinaio di lame. Effetto collaterale negativo di quanto su esposto. Mentre qui la ricerca della lama perduta è il nostro punto focale. Buona caccia, dunque, è una lode particolare in chi riesce in imprese come quella riuscita a Francesco. Ma bravi anche quelli che riportano alla vita lame meno altisonanti, sempre frutto dell'ingegno e della abilità dell'uomo.
  4. Se non riesci a seguire i consigli di Gianluca, perché non hai artigiani di livello a portata di mano, cerca on line i riferimenti di Giorgio Movilli. È molto bravo ed è una persona onesta.
  5. Grazie Betadine, Devo solo scegliere. 😉
  6. ...Bellissimi. Butto la mazzetta e prendo subito questi. Ma dove? Occorre andare per forza in Giappone?!?
  7. I metodi classici sono quelli descritti. Io talora ne utilizzo uno meno ortodosso ma piuttosto efficace. ...occorre delicatezza. Comperati una mazzetta di gomma morbida. Prima prova colpendo con delicatezza sul fondo dell'impugnatura, come ti ha fatto vedere Massimo con la mano. Se ancora niente, prendi una sciarpa di lana e arrotola bene sulla lama. Poi afferra la lama dal mune (la parte del dorso). Sempre delicatamente dai dei colpetti su entrambi i lati del manico sul bordo in alto, facendo attenzione a non colpire l'habaki (il collare dorato) e girando spesso in modo da colpire in modo equilibrato su entrambi i lati dell’impugnatura. Ha ragione GianCB, gli sbalzi di temperatura e di pressione del viaggio hanno probabilmente gonfiato un po’ il legno. Venendo da un antiquario giapponese, non può essere tanto che il nakago non vede la luce. Dovrebbe uscire abbastanza in fretta, ma tu non averne.
  8. Quello che le foto complete mettono in risalto è la continuità dello shinoji che il dettaglio invece in qualche modo sembrava contraddire. Considerando anche che non si vede un segno chiaro di saldature, se è, lo ha fatto un mister Tarocco' con l'accento sulla "q" che non si trova proprio agli angoli delle strade. Un mezzo artista. Sembra vera. Forse lo è davvero.
  9. La mia era una risposta alla domanda se avessi mai visto un nakago in quelle condizioni. Se la spada è recente, è chiaro che il nakago è stato taroccato ad arte. Concordo con GianCB che un bel nakago completa degnamente un opera d'arte, ma credo che farne una parte preferenziale rispetto al complesso sia vagamente feticista. ...Certo che Betadine vai proprio a prendermi un controesempio tale da dedicarmi con ossequio ai piedi di una bella signora per tutta la vita... 😂😂😂
  10. Mi è capitato di vedere dei nakago in quelle condizioni. Succede quando una lama viene abbandonata per decenni e magari la tsuka è stata inopportunamente fissata con del mastice. Si tratta, come giustamente si fa notare, di materiale aggiunto. Non si tratta solo di ruggine. Su questa si accumula altra roba di carattere organico, favorita dall’umidità penetrata che fa marcire l'impugnatura, è che finisce per fare corpo unico con la parte ossidata. Non si può rimuovere senza danneggiare irrimediabilmente la patina e quindi poi ripatinare. Credo che si possa montare tranquillamente una tsuka nuova anche così, il materiale è diventato inerte e non continua il processo di erosione a danno del codolo. Il danno che doveva fare è stato ormai fatto. Ma spesso, sotto quel materiale, il nakago è sano. Va però detto che frammenti di questa sporcizia possono staccarsi e infilarsi nell'habaki, favorendo la creazione di piccolissimi baffi di ruggine. Bisogna controllare spesso.
  11. A dire che anticonformismo e semplicità possono essere declinate senza gridare e con intelligenza. La signora mi ha già conquistato e non solo per la bellezza.
  12. In questa simpatica famiglia ristretta chi è lo zio della bionda con la tsuba al collo?!?
  13. C’è un risvolto piuttosto divertente in tutto ciò. Praticamente ogni forma d'arte giapponese, la Nihonto non fa eccezione, è nata come forma di imitazione dell'arte cinese. Copiata, perfezionata, raffinata, adattata alla propria cultura, ma sempre da Oltremare. Sono anche convinto che nell'Heihan i Cinesi avranno detto ciò che dicevamo noi negli anni settanta della tecnologia nipponica. "Robaccia giapponese da quattro soldi". ...che sia la rivincita del Celeste Impero?!?
  14. Labilità degli artigiani cinesi è ben nota, se non li si obbliga a lavorare sotto costo. I liutai di Cremona ne sanno qualcosa, visto le ampie quote di mercato che essi stanno cominciando a sottrarre. Sull'artigianato giapponese siamo ancora poco abituati a prenderli in considerazione. Via forse della tsuba di Ford Hallam resta un mercato abbastanza nazionalista. Ma forse è ora di cambiare modo di pensare.
  15. Devo ammettere di essere stato ingannato. Avevo fatto la ken, giapponese. In mano l'avrei sgamato?!? Devo dire che non so onestamente. Sarà che non se ne vedono tante e che il mio palato è senz'altro meno fine di quello di molti, ma invece a me la lama piace. Io comunque sono sfavorevole agli acquisti su web. Poiché il mio fine non è il business, molti dettagli che fanno il mercato (e giustamente), per me passano in secondo piano rispetto alla sensazione che deve darmi una lama.
  16. getsunomichi

    La teoria del tutto

    Mi fa molto piacere vedere che anche qui vi sia una noticina per questo piccolo grande uomo. Un uomo nonostante. Nonostante la SLA avrebbe dovuto portarselo via ventenne, quest'uomo è morto di vecchiaia, allietato da una bella e numerosa famiglia. Nonostante non in grado di parlare e a malapena di comunicare, ha scritto libri best seller letti in tutto il mondo. Nonostante vivesse in un mondo fatto di pochi centimetri, ci ha svelato i segreti del cosmo. Fu proprio lui a insegnarmi che la conoscenza è una grande, affascinante, meravigliosa illusione.
  17. Pier, sei un uomo dai molti talenti matalvolta sei duro d'orecchi. Diversi anni fa visitai Massimo. Abbiamo passato un bellissimo mattino discutendo di lame giapponesi nel suo laboratorio. Come forse saprai è uno dei massimi esperti nel settore e, che io sappia, l'unico italiano ad aver sostenuto con successo i difficili esami nipponici che certificano un Togishi. L'ultima lama che mi fece vedere attendeva ancoradi essere lavorata. Gli chiesi come mai non aveva ancora lavorato quella lama piuttosto importante, visto che era in suo possesso da più di un decennio. Sai cosa mi ha risposto un uomo che era già un Togishi certificato? Beh, mi disse più o meno così: "Sai Getsunomichi, credo che l'anno prossimo sarò sufficientemente preparato per affrontarla".
  18. Ken o tsurugi che dir si voglia, non sembra un oggetto proprio recente. Anche se abbastanza fresca di Togi, a naso direi Koto o primo shinto. Ma certamente posso sbagliare. La trama fine non mi fa pensare ad un oggetto antico come solitamente sono le Nihonto di questa forma. Forse è nata per fare un omaggio, il suo stato di salute e la sua forma non mi fanno pensare ad un oggetto che è stato molto utilizzato. Quel suguha regolare con quegli sunagashi così belli fa pensare ad un oggetto realizzato con la cura con cui si realizza una spada fatta per essere apprezzata anche alla vista, che a tratti mi ricorda un certo yamato d'antan.. L'oggetto mi piace molto. Raccontateci qualcosa di più.
  19. Pier, stai facendo un bel percorso, ma questa non è esattamente una lama su cui sperimentare. Dai retta a chi ha più esperienza. La gente che c’è qui in giro è seria. Molto più seria e attenta rispetto alla maggior parte che spesso agiscono per interesse più che per amore per la spada giapponese. Te lo dice uno che non ha alcun interesse in alcun che'.
  20. getsunomichi

    Dokkodo

    Probabilmente qualcuno conosce già l'ultimo testo di Musashi, celeberrimo maestro del diciassettesimo secolo. Certamente, chi ha seguito anche solo tangenzialmente le mie opinioni sa quanto io creda, anche se molti arrivano a questo forum dalla pratica marziale, che la spada giapponese abbia un intrinseco valore artistico. Essa debba cioè essere studiata ed apprezzata per il suo contributo all'arte, alla storia, alla cultura giapponese in specifico, ma dell'essere umano in generale. In se è per se. Non come prolungamento di qualcosa d'altro, tanto meno della pratica marziale. Ho talora fatto notare che tutto ciò è anzi, per certi versi, in completa anteposizione con l'utilizzo (oggi anacronistico e impensabile per oggetti di estremo valore) della spada come arma da combattimento. Un militare o un guerriero non apprezza ne colleziona oggetti che sono per lui legati al togliere la vita al proprio simile. Sono strumenti del suo lavoro che tiene in perfetto ordine ed efficienza, così come un falegname la pialla ed un meccanico le chiavi inglesi. Utili e ..talvolta persino un po' pesanti. Tanto basta. Poiché la storia della spada giapponese è antica e certe "distorsioni" non arrivano fresche e periodiche su questo forum, perpetrate da giovani aspiranti samurai, Musashi in punto di morte ci lascia il Dokkodo. Una breve serie di precetti o di spunti di riflessione, lasciati per i praticanti della Via della Spada giapponese.. Vi riporto due interessanti spunti di riflessione dal testo da cui l'ho tratte. Suezue shiromono naru uruki dogu shoji sezu (Non possedere oggetti antichi, destinati ad essere conservati per l'avvenire) Hyogu wa kakubetsu yo no dogu tashinamazu (Non cercare particolarmente ne di collezionare ne di praticare armi al di là di quanto è utile) Chi sente in cuor suo di raccogliere oggi il testimone del nobile cavaliere giapponese, segua il consiglio dell'illustre predecessore. Eviterà di essere tagliato in due (metaforicamente) per proteggere il prezioso oggetto in suo possesso, che da posseduto ha finito per possederlo.
  21. E chi lo sa?!? Sono un consumatore di b-movies sino-nipponici fin da tenerissima età. Il fascino dell'orrido... 😉
  22. Scritto da Steve Bein, che insegna storia e filosofia asiatica alla NY State University, nonché cintura nera IV dan. Racconta di una storia che ruota attorno a tre antichissime Nihonto dell'Heian forgiate dal kaji Inazuma (nome di fantasia). Tre spade dai caratteri molto diversi, che influenzano i loro possessori attraverso episodi ambientati nella storia del Giappone. Flashback in una storia ambientata nella Giappone odierno dove polizia di Tokyo e Yakuza si affrontano per lo spaccio di droga. Trama intrigante e pertanto ho acquistato il pocket, costa meno di dieci euro, che ho fatto fuori in un paio di trasferte. Lontanissimo dal Giappone, dalla sua storia e dalla sua cultura, ma soprattutto lontanissimo dalla Nihonto. Estremamente superficiale, non che da un romanzo ci si aspetti un trattato di sociologia, anche negli aspetti più elementari dei rapporti tra Giapponesi, che vanno in giro ad ammazzarsi con opere d'arte dal valore inestimabile. Una delusione. Ma se qualcuno dovesse acquistarlo con intenti comici, forse qualcosa cambierebbe, chissà. Risparmiate i soldi.
  23. ...O, come direbbe Jung, schiavi dei nostri archetipi. Ma qui dovrei introdurre un lavoro che Jung e Pauli intrapresero tempo addietro cercando di descrivere l'inconscio collettivo junghiano in termini di campo, popolato da questi colossali agglomerati massivi, gli archetipi, che imprigionano l'uomo nell'orbita delle sue psicosi, in caso di malattia, o lo scagliano nell'universo come per gli effetti gravitazionali "fionda" che sfruttiamo per inviare le nostre sonde esploratrici ai limiti del sistema solare, così si definisce il Genio.
  24. Bruttezza e bellezza sono concetti relativi. Più volte ho discusso su criteri estetici non trovandomi necessariamente in accordo con il main stream del forum. Non dobbiamo però dimenticarci che questi sono oggetti di design. Il venir meno alla funzionalità per cui sono nati, anche se oggi non sono più usati, ne fa degli oggetti inservibili e come tali privi dello Spirito indispensabile al carattere dell'oggetto. La stessa apertura qualche millimetro più in su avrebbe visto il forum assai meno severo. Questo non significa che l'oggetto sia privo di significato.
  25. Beta, qui diindeterminato non c’è solo il principio. Anche il tuo pensiero comincia a sparpagliarsi come un'onda di probabilità. Esegui la misura è collassa su un autostato uno, che ci permetta di seguirti!

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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