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ATTILA

Ca' Pesaro

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i soliti intellettuali. Buoni solo a parlare.....ma se si tratta di fare....... :polliceverso: :polliceverso: :polliceverso:

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Concordo perfettamente con ciò che dice Sandro.

 

Anche un mio amico giapponese (professore di Storia dell'arte occidentale a Tokyo) ha storto il naso quando ha saputo che praticavo karate... considerato disciplina da fascisti (ma non il judo, per esempio).

 

Per quanto riguarda il rifiuto da parte dei giapponesi stessi nei confronti di alcuni aspetti della loro cultura tradizionale (quelli legati al bushido), tanta parte di questo ostracismo è appunto da ricondurre alla sconfitta nella seconda guerra mondiale che ha comportato un febbrile desiderio di "occidentalizzazione" (="americanizzazione"="modernizzazione") che così profondamente ha inciso e tuttora incide sull'economia e società giapponese contemporanee (anche se molti capisaldi della cultura tradizionale, vedi lo shinto, non sono stati intaccati da questa "rivoluzione culturale").

 

Venendo alle spade... beh, da profano dell'arte giapponese (ma da frequentatore, per quanto mi è stato possibile, di musei nipponici e libri sulla materia) mi sentirei di affermare che in Giappone tra le espressioni artistiche più alte, accanto alla statuaria buddhista vi è la nihonto, che trova appunto nei musei collocazione particolarmente onorevole.

Da noi si parla (erroneamente ma correntemente) di "arti minori"... Ebbene, in un museo italiano una spada, un gioiello, uno specchio sono sicuramente nell'angolo delle "arti minori" - nella sala principale, una pala d'altare rinascimentale; nel museo Nazionale di Tokyo, la sala delle lame è certamente una delle più prestigiose del museo (non ci dimentichiamo che la spada è uno degli oggetti sacri e divini del tesoro imperiale)... In altre parole, la "Primavera" di Botticelli che trovereste a Tokyo, non è un paravento o una stampa del mondo fluttuante, ma una lama del XVmo secolo.

 

 

Insomma, dico un'ovvietà affermando che se Cà Pesaro fosse a Kyoto anziché a Venezia le innumerevoli lame che riposano nei foderi del periodo Edo verrebbero esposte una ad una in vetrine ben illuminate e a temperatura controllata...

 

:arigatou:

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un interessante digressione Sandro, considerare le arti marziali come una "cultura di serie b" rispetto agli aspetti culturali più classici è un attteggiamento drastico, sicuramente sottolinea una rigidezza mentale e una chiusura che un intellettuale o uno studioso che si ritenga davvero tale non dovrebbe avere.

Però è sicuramente facile capire perchè e noi che ci scontriamo direttamente con chi si ritiene esperto di Giappone solo perchè scatascia una paul chen su una stuoia da spiaggia lo sappiamo più che bene.

Le arti marziali in occidente hanno perso la maggior parte dell loro valore culturale in quanto di fatto possono essere promosse (e spesso lo sono) da persone che di Giappone non sanno una cippa o che hanno una personalissima visione del loro mondo giapponese, magari costruita ancora sui cartoni animati di Judo Boy Judo.

 

Al contrario esistono maestri anche di 2, 3, 4 dan che magari non sanno la differenza tra Honshu, Kyushu e Okinawa e per questo non vengono considerati studiosi o degli esperti e la loro ignoranza di "cultura classica" scredita invece il grande lavoro di apprendimento che magari hanno investito in materie più fisiche come la pratica stessa delle arti marziali.

Praticare arti marziali credo che sia un modo molto diretto per apprendere una filosofia unica al mondo e capire profondamente la cultura giapponese, anche senza aver letto mai un haiku o visto il monte fuji ci sono persone che praticando hanno fatto crescere dentro loro stessi la cultura giapponese.

Mentre magari altri che parlano il giapponese fluentemente non sanno neanche come è fatta una katana.

 

Noi che studiamo l'arte delle armi per forza di cose veniamo a contatto con persone che si dedicano alla pratica e spesse volte incontriamo chi non conosce quello che studiamo. Sottovalutare o addirittura considerare inferiori nello studio queste persone è davvero da stupidi.

L'ignoranza si cura facilmente, la stupidità no.



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Grazie Yama, mi fa piacere che tu abbia apprezzato il mio intervento. Concordo con te su tutto quello che hai detto. Ci tengo comunque a precisare che oggi le cose stanno un pò cambiando, almeno a livello accademico. Tuttavia si tratta di un processo estremamente lungo e di sicuro lo stesso Giappone non lo favorisce, almeno finchè si farà rappresentare all'estero da figure come Doraemon:

 

http://www.mofa.go.jp/announce/announce/2008/3/0319-3.html :arigatou:

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....... Tuttavia si tratta di un processo estremamente lungo e di sicuro lo stesso Giappone non lo favorisce, almeno finchè si farà rappresentare all'estero da figure come Doraemon:

 

http://www.mofa.go.jp/announce/announce/2008/3/0319-3.html :arigatou:

 

 

Non te la prendere Sandro.

E' solo e puramente un "basso" discorso di tipo commerciale al quale i Giapponesi (come d'altra parte tutti gli altri popoli) sono estremamente sensibili.

Credo infatti che, sulla Bilancia dei Pagamenti nipponici, l'effetto dell'export di giochi, giocattoli e amenità simili sia moooolto, ma mooooolto, ma mooooolto superiore a quello prodotto dall'export di Nihonto o di "cultura tradizionale" in genere.

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Credo infatti che, sulla Bilancia dei Pagamenti nipponici, l'effetto dell'export di giochi, giocattoli e amenità simili sia moooolto, ma mooooolto, ma mooooolto superiore a quello prodotto dall'export di Nihonto o di "cultura tradizionale" in genere.

 

hai centrato il bersaglio! in fondo...i consolati a cosa servirebber sennò? :martellate::nausea:


<!-- isHtml:1 --><!-- isHtml:1 --><em class='bbc'>Insisti, Resisti e Persisti...Raggiungi e Conquisti!<br /><img src='http://www.intk-token.it/forum/uploads/monthly_11_2008/post-34-1227469491.jpg' alt='Immagine inserita' class='bbc_img' /><br /></em>

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Hai ragione Paolo, non dovrei prendermela. Però mi dispiace del fatto che più passa il tempo e più il Giappone si apre al mondo, soprattutto alle nuove generazioni, solo attraverso la sua cultura pop. Per moltissimi miei coetanei il Giappone sono solamente Manga, Anime, Karaoke e Videogiochi. E, sinceramente, la cosa mi dispiace molto. Di certo quel tipo di cultura è caratteristica di un Giappone moderno, e sotto alcuni aspetti piace molto anche a me. Ma se il Giappone è riuscito ad arrivare ai livelli in cui si trova oggi non lo deve di certo ai fumetti, ma alla mentalità del suo popolo che ancora ( per fortuna ) conserva quello spirito di abnegazione proprio della classe che ha amministrato il paese del Sol Levante per quasi otto secoli. E ciò non andrebbe mai dimenticato.

 

Mi scuso con tutto il forum per essere stato eccessivo nei miei interventi :arigatou:

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Ed è una vera fortuna, Jarou, che esistanto delle associazioni come la I.N.T.K. e luoghi di incontro come questo forum, il quale, anche trattando principalmente di Nihontō è un veicolo eccellente di informazioni per tutto ciò che riguarda la cultura tradizionale giapponese :arigatou:

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la cultura contemporanea giapponese è un misto di innocenza semplicistica e di umorismo animistico .

 

I vari pupazzetti vengono usati come simboli di cui sono dotate anche le strutture pubbliche e addirittura le caserme di polizia espongono di fianco all'insegna il loro simbolo .. un orsacchiotto !!

 

Nei siti dei comuni non è raro trovare di fianco all'icona " presentazione domande di domicilio " l'icona con la faccia di un alieno con scritto " accettazione alieni " e cose così , a noi sembrano cose veramente poco serie .

 

Forse i musei del futuro che tratteranno arte orientale esporranno anche queste cose e saranno ugualmente apprezzate , non dimentichiamo che da varie decadi eleggono i propri tesori viventi nelle varie arti tradizionali allo scopo di conservarle e tramandarle , in occidente non esiste nessuna pratica simile a parte qualche minima sovvenzione per i mestieri in via d'estinzione a discrezione dei vari assessori .


Alla fine del vento

Ancora cadono le foglie ..

..Un falco lancia il suo grido

Si fa più fondo il silenzio dei monti

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Il libro con i lavori di un incisore di horimono, tesoro nazionale vivente, di cui al momento non ricordo il nome, all'inizio è tutto foto di lavori fatti, mentre alla fine c'è un bel tutorial su come si incidono gli horimono, tutto fatto a fumetti. Il ningen kokuho è un panda, e spiega tutto ad un ninja gatto.

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Sandro, tu dici "....Per moltissimi miei coetanei il Giappone sono solamente Manga, Anime, Karaoke e Videogiochi....."

 

Io aggiungo che per moltissimi miei coetanei italiani l'Italia stessa è solo pizza, mandolino, mafia e nazionale di calcio.

 

Figuratevi che davanti a una teca che contiene una lama sul cui fodero è inciso "M.Murat Marengo 1808" io e una mi amica eravamo estasiati nel vedere una delle sciabole originali del maresciallo e un amico che ci accompagnava se ne è uscito con

..." scusate, ma io non so neanche di cosa state parlando".... :wacko: :wacko: :wacko: e questa persona non ha 15 anni, ne ha 43.

 

Quindi, se pensate che gran parte della gente che c'è in giro è così riguardo alla cultura dove è nato, figuratevi far capire qualche cosa di un'altra cultura nata dall'altra parte del mondo.

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Hai decisamente ragione Attila, è impensabile conoscere la cultura di qualcun altro se prima non si conosce la propria. Speriamo che le cose cambino nel tempo.

 

A Jarou: sei riuscito a ricordarti come si chiama il libro sugli Horimono? Voglio vedere questo Ningen Kokuhō con il suo deshi. Di cose simili ne ho viste molte. Comunque quando gli strumenti di informazione moderni ( manga, anime... ) vengono utilizzati per parlare della cultura tradizionale credo che sia un'ottima cosa. Nei miei interventi precedenti non volevo sparare a zero su tutto ciò che è cultura pop giapponese, ci sono dei manga e degli anime che spiegano il periodo Tokugawa o il Bakumatsu in maniera molto più approfondita di molti libri di testo. :arigatou:

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Grazie mille. Certo, un libro del genere non poteva che essere in giapponese :arigatou:

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dopo settembre 2008 non ci sono più stati tentativi?

 

Lo chiedo perché dovendo andare a parlare con la signorra Spadavecchia per altri motivi volevo sapere se faccio disastro parlando dell'INTK.

 

Grazie.

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Veramente complimenti per l'interessante e veramente intensa discussione!

 

La situazione museale italiana credo che la conosciamo, a malincuore, bene tutti :ichiban:

Io dubito che in questi ultimi anni ci sia stato un "significativo" cambio di mentalità nella parte dirigenziale (anche) di questo museo, e quindi la possibilità per una catalogazione accurata, o anche solo per vedere senza koshirae le lame, sia pressochè nulla.

Ma, la butto lì, potrebbe essere pur sempre carino e costruttivo farci una visita, anche in "vesti non ufficiali", in tutto l'inverno, sia per vedere qualche "pezzo" che per rivedere gli amici che non sono potuti scendere all'evento di Scarperia!

 

Se c'è qualche altro membro interessato ci possiamo mettere d' accordo :arigatou:


"Indiana Jones e la lama perduta"

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Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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