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Giuseppe Piva

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  1. Puoi andare da Filippi (www.kendocusverona.com) o da Spinelli (www.iwakidojo.com).
  2. Giuseppe Piva

    Ciao A Tutti

    Ciao Fabrizio. Questo forum è dedicato alle spade giapponesi come oggetto d'arte, e quindi non comprende le produzioni industriali moderne. Se vuoi solamente possedere una katana perchè ti piace come oggetto ma non ti interessa che sia originale, allora cerca di spendere il meno possibile: una da 70€ e una da 2.000€ sono analoghe e dal punto di vista artistico non valgono nulla.
  3. Giuseppe Piva

    L'ho Trovato !!!!

    Grazie! Lo cercavo da un pò ma in giro è davvero raro. Ottimo anche il sito.
  4. Giuseppe Piva

    Minnano Nihongo

    La grammatica di Hoepli non è fatta per le lezioni ma per consultazione. Sempre Hoepli invece ha tradotto un corso in tre volumi con esercizi, kanji, eccetera, diviso in lezioni. Ideale per chi voglia fare un corso.
  5. Giuseppe Piva

    Kendo E Kenjutsu

    Per favore niente "sensei"!
  6. Giuseppe Piva

    Kendo E Kenjutsu

    eheh Benkei, no, quello è il fine del dô! Il fine del kenjutsu è sempre stato quello di imparare a maneggiare la spada per poterla usare nei combattimenti e ammazzare delle persone. Il concetto che hai di jutsu non è quello originale di "tecnica", ma quello moderno di "arte", che appunto è molto affine a quello di "dô". Cagliostro, hai ragione; mettiamola così: la "via" è sempre quella, ma le tecniche sono cambiate e se una volta si imparava ad ammazzare per davvero oggi si usano quelle tecniche disgiunte dalla loro finalità originale, in funzione del dô. Tutti d'accordo?
  7. Giuseppe Piva

    Kendo E Kenjutsu

    Forse è sulla definizione di "jutsu" che non ci intendiamo... Il -jutsu che si impara oggi nel kenjutsu rimarrà sempre pura teoria, a meno che qualcuno non voglia finire in galera... Per questo affermo che il -dô oggi è decisamente più importante. Ci si può forse illudere di studiare -jutsu, ma è solo teoria, mi spiace. Avete visto "Gli spietati"? Un conto è saper sparare, un conto saper sparare a una persona. Non è proprio la stessa cosa. Che poi uno si voglia dedicare allo studio di un koryu di spada e apprendere tutte le tecniche tradizionali va benissimo, ma credo proprio che lo spirito non sia nemmeno vicino a quello che avevano gli allievi che imparavano a usare la spada per usarla davvero.
  8. Giuseppe Piva

    Kendo E Kenjutsu

    Il jutsu DEVE passare in secondo piano, a favore del dô. Tieni conto che nel kendo ora si può colpire solo in 4 punti, mentre in un combattimento reale potresti colpire dove ti pare e vincere. L'obiettivo non è imparare a combattere per vivere, ma imparare a vivere attraverso l'apprendimento delle tecniche di combattimento. Ho conosciuto persone che volevano apprendere duemila scuole di iai solo per sapere decine di kata diversi... Ti assicuro che è possibile praticare iai per molti anni anche sapendone solo una decina. Il fulcro è studiare la qualità delle tecniche, non il numero.
  9. Giuseppe Piva

    Kendo E Kenjutsu

    Oggi il kendo è abbastanza omogeneo; certo ci sono alcuni maestri che seguono ancora i principi di alcune scuole come Yagyu shinkage ryu o itto ryu, ma sostanzialmente ci sono pochissime differenze; viceversa nito non è da considerarsi una scuola a parte ma un modo di combattere (niten ichi ryu al contrario è la scuola di kenjutsu a due spade). La cosa fondamentale è capire la differenza tra -jutsu e dô. Jutsu è arte, tecnica, pratica; ovvero imparo a combattere per combattere. Va da se che al giorno d'oggi le applicazioni sono scarsissime. Per questo quasi tutte le arti marziali hanno modificato il suffisso in -dô per indicare che attraverso l'apprendimento della tecnica si può perseguire un miglioramento della persona, applicando alla vita i principi dell'apprendimento della spada. Il kendo ha quindi applicato le tecniche di scherma ad un combattimento di tipo sportivo (ovvero dove non ci si fa male) apportando quindi enormi modifiche alle tecniche tradizionali. Ma poco conta, in quanto quello che si è cercato di fare è stato mantenere lo spirito dell'appredimento del kenjutsu, e non le tecniche, ormai obsolete in un mondo dove non si poteva più portare la spada al fianco. Lo iaido è rimasto al contrario fedele all'insegnamento tradizionale - suburi e kata - e a parte l'introduzione dei kata della ZNKR continuano ad esistere le scuole antiche. Per questo non ha praticamente senso parlare di iaijutsu; tra l'altro in Giappone si dice "iai" e basta...
  10. Cosa dice la descrizione? Sembrerebbe addirittura un foro passante e successivamente riempito.
  11. Ma davvero vi piacciono? Sono riproduzioni in plastica di opere antiche... Io ne ho vista una installata in piazza Moscova e l'ho trovata abbastanza orrenda.
  12. Io mi sono visto quella al Museo di Tokyo; sarei curioso di vedere se ci saranno delle differenze!
  13. Anche oggi le lame con tameshi mei valgono di più. Il senso del tameshi era che il taglio fosse efficace e non rovinasse la lama, quindi era plausibile che NON venissero polite affatto dopo la prova.
  14. Si certo. Su cadaveri. Poi chiaro che c'era anche chi le faceva testare su persone meno morte, ma queste in genere non venivano riportati sul nakago
  15. Giuseppe Piva

    Buon Giorno

    Le montature sono cambiate a seconda del gusto di chi le indossava e della moda. Inoltre alcune parti erano soggette ad usura e quindi era normalissimo costruirne una nuova di tanto in tanto.
  16. Giuseppe Piva

    Questo Piacerà A Giuseppe!

    ehehe simpatico, ma dire che proprio mi piace....
  17. Qualcuno frequenta. Uno lo conosco pure benino perchè facciamo iai insieme vicino Tokyo...
  18. Quello di Trieste ha due cose in croce. Non è certo paragonabile... Al castello di Milano ci sono più opere che a Trieste.
  19. Le opere che non vengono esposte al museo Chiossone sono parecchie, ma non vengono tenute nascoste per alcuna forma di "incompetenza". TUTTI i musei del mondo espongono una minima percentuale di quello che hanno. Al Chiossone hanno una delle più importanti collezioni di stampe giapponesi del mondo e pochi anni fa a Genova sono state organizzate 4 (quattro!) mostre sul Giappone, in contemporanea. Di spade ce ne sono poche e non di primaria importanza. Le armature sono carine, ma non eccelse e gli accostamenti che vedete (tipo arco, tanto, ecc...) sono pure invenzioni su cui non fare affidamento. Il museo è stato recentemente ristrutturato ed è un'ottima occasione per vedersi un pò di opere giapponesi al di fuori dal Giappone. http://www.palazzoducale.genova.it/naviga.asp?pagina=2073
  20. Si, certo. Dal quando è nato lo shogunato la casta dei guerrieri è sempre stata la più importante ed è quindi naturale che si sia sviluppata una sorta di morale di tipo militare analoga a quella della nostra cavalleria medievale. Il bushido al quale mi riferisco è quello cui si fa riferimento oggi, ovvero quello della formazione dell'individuo attraverso lo studio delle arti marziali. In parole povere: quando i militari combattevano era naturale che seguissero uno stile di vita militare; quando non ci sono state più opportunità di combattere, questo stile si trasforma da una vera attività in una serie di regole morali da utilizzare nella vita di ogni giorno.
  21. Penso che anche le lame lunghe vengano tenute sempre in shirasaya dagi yakuza.
  22. Per chi non fosse ferrato sugli eventi giapponesi: Dopo Sekigahara (1600) di fatto il Giappone è unito sotto Tokugawa Ieyasu. Questi era uno dei cinque reggenti che aveva giurato a Toyotomi Hideyoshi (morto nel 1598) di portare al comando il figlio Hideyori, che aveva pensato bene - visto l'aria che tirava - di rifugiarsi nel castello di Osaka. Quindi fino alla conquista di Osaka (1615, con conseguente seppuku di Hideyori) era ancora Hideyori ad essere formalmente deputato a diventare shogun. Nel 1603 Ieyasu era stato nominato shogun (ci resta solo per due anni, ma di fatto comanda finchè campa) . Hideyori era ancora una spina nel fianco in quanto molti ancora lo supportavano e Ieyasu non poteva attuare i propri piani di governo finchè fosse esistita una opposizione così forte. Consiglio un breve romanzo che tratta proprio di questi anni: "Il samurai bianco".

Chi è I.N.T.K.

La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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"Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme."

(proverbio popolare giapponese)

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