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Simone Di Franco

Shogun
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Contenuti inseriti da Simone Di Franco

  1. Mi sa che la cosa più semplice sia di portarsi due uchigumori in qualche cava e chiedere ai responsabili se hanno mai visto roccia simile, poi ce ne si fa dare qualche pezzo e si prova ;) Molto più facile che scomodare accademici universitari :) Alla fine la uchigomori non è chissà quale pietra e tra le uchigomori stesse ci sono molte differenze. Forse un togishi esperto potrebbe provare una serie di pietre italiane su qualche lama meno importante, magari facendo un lato con le giapponesi e un lato con le italiane e vedere cosa salta fuori. Magari scopriamo che il marmo di Carrara fa venire fuori l'utsuri :)))
  2. grazie della segnalazione. Per precisineria... lo yakiire difficilmente si fa al calor giallo... è più tra il rosso e l'arancio che tra l'arancio e il giallo :)) Poi vabbè alcune scuole scaldano di più altre di meno a seconda dello tsukurikomi della spada
  3. Allora, purtroppo da queste foto e nelle condizioni in cui appare la lama è molto difficile dire qualcosa di questa lama. Ti posso confermare che è una spada giapponese originale e complimenti per averla conservata dall'800 ad oggi! Per l'esattezza possiamo dire che si tratta di un wakizashi, cioe una spada corta che veniva portata insieme a una katana. L'anello è un pò strano... Ad occhio potrebbe essere abbastanza antica ma la lama è completamente ossidata e non è possibile vedere molto se non si procede a un restauro. Per provare a dirti qualcosa di più dovresti smontare l'impugnatura rimuovendo il mekugi, cioè quel pioletto di bambu che vedrai tra la tsuba (la guardia) e il menuki ( il gioiellino sotto i nodi dell'impugnatura) , attenzione che è conico, quindi può essere spinto solo dal lato dove vedi che è più piccolo. Una volta rimosso l'impugnatura si può sfilare dalla lama. Se cerchi sul forum ne abbiamo parlato diverse volte su come farlo al meglio. Se sotto la lama è firmata possiamo dirti qualcosa in più, altrimenti non rimane che esaminarla dal vivo e valutare un restauro.
  4. Mauro leggi anche sul portale del forum la pagina di introduzione generale, ti sarà immediatamente più chiaro cosa intendiamo per nihonto e cosa sta dietro a un processo di forgiatura davvero unico. Che poi dalla forgiatura tradizionale nasca una katana, un wakizashi, un tanto o una yari (spada, spada corta, pugnale e lancia) non importa, l'importante è capire che sono oggetti unici, figli di una tradizione e simbolo di una cultura molto particolare.
  5. In realtà hai aperto un interrogativo piuttosto interessante. Innanzitutto cerca tsukurikomi, potrebbe essere una parola chiave abbastanaza utile qui sul forum. Poi cerca la discussione "intervista con yoshindo yoshihara o un nome simile dove gli facciamo alcune domande del genere. Riassumendo comunque, è difficile dire quale tecnica produca una lama migliore... A soshu assemblavano molti tipi di metalli diversi, a Mino difficilmente si vede qualcosa di diverso dal semplice kobuse. In generale, ogni tecnica genera una certa hada. Ad esempio se c'è masame nello shinogi significa che molto probabilmente c'è stato un semplice kobuse e magari il kawagane è in spessore più limitato nello shinogi. Hada molto fini come quelle di Awataguchi o di Tadayoshi sono generate da una piegatura in diverse direzioni del kawagane e ripetute diverse volte (11-12) . Le hada masame sono ottenute se il kawagane viene ripiegato su sè stesso sempre nello stesso senso. Durante lo shinshinto, la spinta creativa a generare spade eccelse aveva portato certi forgiatori a provare tsukurikomi estremi, con piegature a croce ripetuti oltre 20 volte, fino a creare strati di spessore molecolare e hada praticamente muji. Insomma ce ne è per tutti i gusti :) Dire però quale sia la migliore ... mah
  6. Simone Di Franco

    kai gunto "nodo tsukamaki"

    In effetti non ho mai visto niente del genere...
  7. bhe, mi pare abbastanza inusuale come lama... forse tradurre meglio le mei ci direbbe qualcosa in più. Gli horimono non mi sembrano allo stesso livello di qualità della lama, chissà magari da una nakagamaki antica hanno pensato di fare un naoshi un pò inusuale
  8. Attenzione , non è finta, semplicemente non è una katana forgiata tradizionalmente. Dal punto di vista storico ha tutto il suo perchè.
  9. a parte la tua foto perplesso che è bellissima :) Massimo ci puoi dire in base a cosa si sceglie la pietra e alla fine cosa hai deciso?
  10. Simone Di Franco

    Buon Pomeriggio

    Benvenuto e grazie dei complimenti
  11. secondo me una riflessione etimologica dei termini e dei kanji usati potrebbe essere un ottimo indizio per distinguere le due tipologie.... ci può aiutare Sandro appena passa da queste parti
  12. Getsunomichi, lungi da noi escluderti da nulla, continua pure come preferisci fare non c'è nessun problema. Sull'associarsi e frequentare questo sito comunque non credo che tu abbia dei limiti anche se rimani obiettore...
  13. l'alcool isopropilico (lo spruzzino dei vetri) non va bene perchè contiene profumi, a volte saponi e coloranti (peggio di tutto) . Devi usare l'alcool puro con la percentuale di acqua più bassa che riesci a trovare, in farmacia dovresti riuscire a trovare abbastanza facilmente quello al 97% se non ricordo male.
  14. Simone Di Franco

    Auguri

    Ricambio a tutti in ritardo! bellissime le immagini!
  15. Grazie del cospicuo resoconto Ivan! Peccato che sia molto fuorimano anche a me che sono il più vicino, sono sicuro che anche solo parlare con Degore sia stato molto interessante.
  16. Simone Di Franco

    suzume no kumo

    Figurati ;) approfondendo un pò il bushido e la cultura guerriera giapponese ci si rende conto che in realtà ci sono alcuni archetipi e situazioni da mito stereotipato che difficilmente sarebbero stati veri nella civiltà giapponese dei tempi. Tuttavia se non ricordo male c'è un paio di storie personali ben definite e comunque nel complesso è un ottimo libro sia dal punto di vista della ricostruzione che dell'intreccio. A questo punto ti consiglio anche il crocifisso del samurai: http://www.ibs.it/code/9788817030373/cammilleri-rino/crocifisso-del-samurai.html un altro libro che, anche se hanno voluto metterci per forza Miyamoto Musashi e qualche altra forzatura, offre una bella storia, realmente accaduta e che apre una profonda riflessione sulla cultura Giapponese ai tempi dei Tokugawa. Quanto mai attuale peraltro, in un certo senso.
  17. appena vista mi ha detto forte utsushi. E' uno stile classicamente koto, di quelli che si vedono delle spade famose dell'antichità, infatti non mi stupisce che sia copia di munechika. Ovviamente però il fatto che sia su ebay e comunque sia visivamente molto più recente, dice che è uno utsushi, magari shinshinto. Peccato tu non sia riuscito a prenderla Francesco, secondo me con un pò di fortuna poteva essere splendida.
  18. Demon, purtroppo non è molto logico separare una lama dal suo koshirae, neanche in questo caso, dove è presente un certificato specifico che permetterebbe addirittura di venderlo separatamente. IN un oggetto come la nihonto, non possiamo pensare a un quadro con la sua cornice ad esempio, dove una è semplicemente un servizio dell'altra. Anche se la lama è indubbiamente la parte più importante, dove si esprime l'arte del fogiatore, proprio per quello che dicevi prima e cioè che siamo di fronte a un oggetto d'arte ma anche ad un arma, con tutto il suo valore di efficacia tecnica, dovremmo anche considerare il koshirae come un tuttuno. Inoltre, anche nei koshirae ci sono valori storici e segni dello stile di un luogo o di una scuola che lo ha creato, tutti indizi ed elementi che compongono la storia della spada. Per fare un esempio pratico, vedere una lama di Bizen (centro del Giappone) con un koshirae nello stile di Higo (sud del Giappone) potrebbe raccontarci che questa spada ha viaggiato, oppure è stata acquistata da un samurai che ha deciso di rifarle la montatura nello stile del luogo dove si era spostato oppure altre informazioni che sicuramente contribuiscono ad aumentare il fascino dell'oggetto e perchè no, anche il suo valore. Chi compra un oggetto storico non ne diventa un semplice proprietario, ma in un certo senso ne diventa il custode, il testimone della sua storia. Se parliamo poi di un oggetto come la katana, un oggetto che veniva usato, come arma e simbolo, acquistandone una diventiamo testimoni e custodi non solo della storia dell'oggetto in sè, ma anche della storia di chi la ha forgiata, di chi la ha acquistata prima di noi, di chi la ha usata in battaglia e persino di chi è stato trafitto dalla sua lama. Nessuno vieta a noi custodi di aggiungere una tappa alla storia della lama, aggiungendo un koshirae che racconti anche la nostra di storia, tuttavia, togliere una parte della storia di una lama, separandola dal koshirae che la ha accompagnata per secoli è un peccato e un errore che non è giusto commettere, soprattutto se parliamo di una spada che ha già un discreto valore.
  19. Simone Di Franco

    .. 秋

    bhè... noi abbiamo i cachi :) scherzi a parte il caco nel mio giardino quest'anno ha preso un rosso favoloso, se riesco vi metto una foto
  20. Una lama di bizen, con Utsuri, bellissimo hamon e koshirae di pregio http://www.aoijapan.com/katana-bishu-osafune-sukemitsu-5th-generation
  21. Mah... Con budget del genere non capisco il "a poco prezzo"
  22. Continuando invece il nostro discorso, io mi sento di farti guardare questa : http://www.aoijapan.com/katana-bishu-osafune-sukesadanot-reliable-signature
  23. Sulla resistenza diciamo subito una cosa: Qualsiasi spada giapponese forgiata con tecnica tradizionale è migliore sotto tutti gli aspetti di qualsiasi puttanata in bainite, l5 l6 e tutte quelle altre ferraglie che vendono come chissà quali taglia lamiera taglia pietra e taglia cazzi. Una spada giapponese però è un oggetto d'arte, è per il valore artistico che si possono spendere le cifre che costa una katana come si deve, non perché taglia un tondino da cantiere o un palo della luce. Se ti diverte tagliare un albero o un palo della luce è meglio un ascia. O una motosega.

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La I.N.T.K. – Itaria Nihon Tōken Kyōkai (Associazione italiana per la Spada Giapponese) è stata fondata a Bologna nel 1990 con lo scopo di diffondere lo studio della Tōken e salvaguardarne il millenario patrimonio artistico-culturale, collaborando con i maggiori Musei d’Arte Orientale ed il collezionismo privato. La I.N.T.K. è accreditata presso l’Ambasciata Giapponese di Roma, il Consolato Generale del Giappone di Milano, la Japan Foundation in Roma, la N.B.T.H.K. di Tōkyō. Seminari, conferenze, visite guidate a musei e mostre, viaggi di studio in Europa e Giappone, consulenze, pubblicazioni, il bollettino trimestrale inviato gratuitamente ai Soci, sono le principali attività della I.N.T.K., apolitica e senza scopo di lucro.

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